LeggiOggi https://www.leggioggi.it Quotidiano di Informazione Giuridica Mon, 18 Mar 2024 12:03:21 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.4 https://www.leggioggi.it/wp-content/uploads/2022/10/cropped-favico-lo-512x512-1.png?w=32 LeggiOggi https://www.leggioggi.it 32 32 206045258 Fringe benefit soglia 2.000 euro: modulo autodichiarazione figli a carico 2024 https://www.leggioggi.it/fringe-benefit-dichiarazione-figli-a-carico-2024/ Mon, 18 Mar 2024 12:03:08 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=85797 Assodato che la soglia di esenzione dei Fringe benefit 2024 è elevata a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico, è bene ribadire che questi devono consegnare al datore di lavoro un’autodichiarazione ad hoc, per poterne usufruire.

Ricordiamo che le regole per i Fringe benefit 2024 sono state riviste rispetto allo scorso anno. La legge di bilancio 2024 ha abbassato le soglie di esenzione per quest’anno, prevedendo comunque un trattamento più vantaggioso per i lavoratori che nel nucleo familiare hanno figli fiscalmente a carico.


Ovviamente tutto deve seguire regole prestabilite, chiarite peraltro con l’ultima circolare 5/E dell’Agenzia entrate. Prima su tutte l‘obbligo di esibire al datore una certificazione della presenza in famiglia di figli a carico, in mancanza della quale verrà applicata la soglia di detassazione del premio più bassa.

Per sintetizzare, l’esenzione 2024 si applica con queste soglie:

1.000 euro per tutti i lavoratori e lavoratrici dipendenti;
2.000 euro per quelli con figli o figlie fiscalmente a carico.


Ricordiamo anche che per quest’anno, la scatola dei fringe benefit e premialità contiene anche il supporto alle spese dei dipendenti per le bollette domestiche e il mutuo prima casa.

Ecco in dettaglio la soglia di detassazione dei Fringe benefit 2024, sia per i dipendenti con figli a carico sia per quelli senza. Inoltre spieghiamo in dettaglio come e quando esibire l’autocertificazione, allegando anche il fac-simile del modulo da utilizzare.

Indice

Fringe benefit 2024: soglie esenzione senza figli a carico

In deroga alla soglia di detassazione prevista normalmente dal TUIR (ossia 258,23 euro), l’ultima Legge di bilancio, ha previsto, solo per il periodo d’imposta 2024, che non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di 1.000,00 euro, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti.

In parole semplici, per i dipendenti senza figli a carico la soglia di detassazione dei Fringe benefit per il 2024 è di 1.000 euro.

Fringe benefit 2024: soglia esenzione con figli a carico

Ribadiamo inoltre che, sempre e solo per il 2024, i lavoratori che hanno figli fiscalmente a carico possono godere di un trattamento fiscale preferenziale sui fringe benefit. Tutto entro certi limiti di reddito dei figli.

Quando parliamo di Fringe benefit, ci riferiamo a tutti quei vantaggi aggiuntivi erogati dai datori di lavoro ai dipendenti sotto forma di beni o servizi.

Se, come abbiamo visto nel precedente paragrafo, questi benefit sono esentati dalle tasse fino a un massimo di 1.000 euro, per i lavoratori senza figli a carico, invece, i dipendenti che hanno a carico uno o più figli, possono beneficiare di un’esenzione fino a 2.000 euro.

Soglia esenzione Fringe benefit 2.000 euro: obbligo autodichiarazione

Per accedere a questa esenzione maggiorata, i dipendenti devono però presentare una dichiarazione al loro datore di lavoro in cui attestano di avere figli che dipendono economicamente e fiscalmente da loro.

In questa dichiarazione, è necessario specificare che i figli non hanno guadagnato:

  • più di 2.840,51 euro nel corso dell’anno;
  • 4.000 euro se hanno meno di 24 anni.

Il requisito anagrafico (inferiore, uguale o superiore a 24 anni) vale per l’intero anno in cui il figlio raggiunge il limite di età, a prescindere dal giorno e dal mese in cui ciò accade (se nel 2024 il figlio compie 24 anni, la soglia di reddito considerata è 4.000 euro, a prescindere dalla data del compleanno).

In questa autodichiarazione occorre fornire alcuni dati personali dei figli, tra cui:

  • nome e cognome,
  • luogo e data di nascita,
  • codice fiscale,
  • un documento d’identità del genitore che fa la dichiarazione,
  • la condizione di dipendenza economica deve essere verificata alla fine dell’anno, e ogni cambiamento in merito deve essere segnalato al datore di lavoro.

Opzione regime fiscale per i figli a carico

Considerato che lo status di figlio a carico può essere verificato solo a fine anno, sulla base dell’età/reddito del figlio in questione, le regole dell’Agenzia entrate stabiliscono che:

  • il datore di lavoro può applicare il regime transitorio 2024 in via provvisoria nel corso dell’anno;
  • salvo recuperare il beneficio non spettante, in caso di eventuale venir meno dei presupposti.

E’ comunque bene specificare che, chi intende ottenere l’aumento della soglia di detassazione quanto prima, comunque in tempo utile per il conguaglio di dicembre 2024, deve inviare l’autodichiarazione figli entro novembre 2024.

Il modulo di autodichiarazione figli a carico

Tra le diverse opzione di modulo da utilizzare, c’è quella messa a punto dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che i lavoratori possono usare per presentare la loro richiesta​, fermo restando che le info principali da fornire al datore di lavoro sono appunto: nome, cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale del figlio/a o figli/e a carico.

In questa immagine la sintesi dei dati da inserire nel modulo di autodichiarazione:

autodichiarazione figli a carico Fringe benefit 2024

L’intero modulo di autodichiarazione figli a carico 2024 elaborato dalla Fondazione consulenti del lavoro è scaricabile dal box qui sotto:

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Fringe benefit e prestiti ai dipendenti: istruzioni Agenzia Entrate per il 2024 https://www.leggioggi.it/fringe-benefit-prestiti-2024-come-funzionano/ Mon, 18 Mar 2024 09:44:36 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=85788 Nel 2024 i fringe benefit ai dipendenti vengono applicati con diverse novità.

Il Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR) contiene la normativa di riferimento per la tassazione fiscale dei redditi di lavoro dipendente.

Questi ultimi, stando all’articolo 51, comma 1 dello stesso TUIR, sono rappresentati da “tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto”.

Di conseguenza, risultano soggetti a tassazione fiscale, nello specifico l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e le relative addizionali regionali e comunali:

  • le somme, da intendersi come le erogazioni in denaro al dipendente;
  • i valori, rappresentati dai beni e servizi che il lavoratore riceve nel periodo d’imposta, in funzione del contratto di lavoro in essere.

Nel secondo caso si parla di compensi in natura o fringe benefit, divisi sostanzialmente in due gruppi:

  • compensi in natura non tassati;
  • compensi in natura tassati secondo il valore normale o, al contrario, in base ad un valore convenzionale.

Appartengono al primo gruppo i beni e servizi di modico valore, la cui disciplina è stata modificata per l’anno corrente con la Legge di bilancio 2024.

Un’altra modifica, prevista invece dal Decreto Anticipi, ha interessato la determinazione del compenso in natura rappresentato dai prestiti erogati ai lavoratori dipendenti.

Alla luce delle modifiche citate è intervenuta la Circolare 5/E dell’Agenzia Entrate del 7 marzo 2024, grazie alla quale sono stati forniti i consueti chiarimenti per l’applicazione in concreto delle novità normative.

Analizziamo la questione in dettaglio.

Leggi anche > I Fringe benefit 2024: regole per i dipendenti.

Indice

Fringe benefit: come funziona la tassazione generale

Il TUIR, come anticipato, prevede che non sono soggetti a tassazione fiscale i compensi in natura riconosciuti al lavoratore dipendente se di modico valore.

Infatti, l’articolo 51, comma 3, dispone che è esente da IRPEF e relative addizionali il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente “di importo non superiore nel periodo d’imposta a lire 500.000pari a 258,23 euro.

Se il valore dei fringe benefit supera la soglia citata, gli stessi concorrono interamente a formare il reddito.

E’ importante precisare che la soglia di detassazione è da intendersi:

  • riferita a tutti i beni e servizi ricevuti dal dipendente, anche se nell’ambito di rapporti di lavoro diversi;
  • assunta per intero, con la conseguenza che il tetto di 258,23 euro non può essere riproporzionato in ragione della durata del rapporto di lavoro inferiore al periodo d’imposta.

Fringe benefit: regole sulla tassazione 2024

In deroga alla soglia di detassazione prevista dal TUIR, pari a 258,23 euro, l’ultima Legge di bilancio (L. 30 dicembre 2023 numero 213) dispone (articolo 1, comma 16) che, limitatamente al periodo d’imposta 2024, non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di 1.000,00 euro, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti.

Di conseguenza, per il periodo d’imposta corrente, la soglia di detassazione dei beni e servizi di modico valore passa eccezionalmente da 258,23 a 1.000 euro.

A chi spetta la soglia di detassazione maggiorata a 2 mila euro

I lavoratori dipendenti con figli considerati fiscalmente a carico, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi o affidati, beneficiano, sempre a norma della Legge numero 213/2023 e limitatamente al periodo d’imposta 2024, di una soglia di detassazione pari a 2.000 euro, rispetto ai 1.000 previsti per la generalità dei lavoratori.

Altre somme detassate a titolo di Fringe benefit

L’articolo 1, comma 16 della Manovra 2024 prevede altresì che, oltre al valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti, non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di 1.000 / 2.000 euro, le seguenti ulteriori somme riconosciute dal datore di lavoro:

  • per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale;
  • per le spese legate all’affitto della prima casa;
  • per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.

Leggi anche > Welfare aziendale e Fringe benefit 2024: istruzioni su mutui/affitti, bollette e prestiti.

Fringe benefit: i prestiti agevolati 2024

Nel variegato mondo dei fringe benefit esiste una particolare categoria di compensi in natura che, a differenza dei beni e servizi di modico valore, sono soggetti a tassazione fiscale sulla base di un valore convenzionalmente previsto dal TUIR.

Tra i casi citati rientrano le forme di finanziamento erogate:

  • dal datore di lavoro, a prescindere dalla loro durata e dalla valuta utilizzata;
  • da terzi, con i quali il datore di lavoro abbia stipulato accordi o convenzioni.

La disciplina in materia di prestiti agevolati (contenuta all’articolo 51, comma 4, lettera b, del TUIR), come modificata dal Decreto Anticipi, a decorrere dal periodo d’imposta 2023, prevede che si assume come reddito ai fini fiscali:

  • per i prestiti a tasso fisso, il 50% della differenza tra l’importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di riferimento, vigente alla data di concessione del prestito, e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sui prestiti;
  • per i prestiti a tasso variabile il 50% della differenza tra l’importo degli interessi calcolato in base al tasso ufficiale di riferimento (in vigore alla data di scadenza di ciascuna rata) e l’importo degli interessi, calcolato al tasso applicato sui prestiti.

Il reddito, una volta determinato, dev’essere tassato, con ritenuta a titolo d’acconto, al momento del pagamento delle singole rate del prestito, stabilite dal piano di ammortamento.

Si precisa, da ultimo, che non sono soggetti a tassazione:

  • i prestiti con durata inferiore a dodici mesi, concessi, a seguito di accordi aziendali, dal datore di lavoro ai dipendenti in contratto di solidarietà o in Cassa integrazione guadagni, ovvero ai dipendenti vittime dell’usura o ammessi a fruire delle erogazioni pecuniarie a ristoro dei danni conseguenti a rifiuto opposto a richieste estorsive;
  • acconti e anticipazioni di retribuzione;
  • dilazioni di pagamento previste per beni e servizi ceduti o prestati direttamente dal datore di lavoro.

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Bonus psicologo da oggi 18 marzo: importi, ISEE e come richiederlo https://www.leggioggi.it/bonus-psicologo-come-fare-domanda-dal-18-marzo/ Mon, 18 Mar 2024 08:53:50 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=84928 Si apre oggi 18 marzo la finestra utile per le nuove domande del Bonus psicologo. Si richiede sul sito Inps per le spese relative alle sessioni di psicoterapia effettuate presso professionisti abilitati.

Il Decreto legge 30 dicembre 2021 numero 228, convertito con modificazioni dalla Legge 25 febbraio 2022 numero 15, ha previsto all’articolo 1-quater, comma 3, un contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia (da qui il nome Bonus Psicologo) destinato a fornire assistenza psicologica ai cittadini che nel periodo della pandemia e della correlata crisi economica, hanno visto accrescere le condizioni di ansia, depressione, stress e fragilità psicologica.

La misura, inizialmente prevista per l’anno 2022, è stata resa strutturale con la Manovra 2023, la quale ha peraltro innalzato l’importo massimo del Bonus a 1.500 euro per persona.

Alla luce del Decreto ministeriale del 24 novembre 2023 con cui sono stati definiti i tempi per la presentazione della domanda di accesso al contributo, l’importo massimo erogabile parametrato all’ISEE ed il limite di spesa complessivo per l’anno 2023 e quello a decorrere dal 2024, la Circolare Inps 34 del 15 febbraio 2024 ha fornito le indicazioni operative per la fruizione del Bonus Psicologo a decorrere dal 2023.

Analizziamo la novità in dettaglio.

Indice

Chi può accedere al Bonus Psicologo

Possono accedere al Bonus Psicologo le persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, che siano nella condizione di beneficiare di un percorso psicoterapeutico.

La misura in argomento, a decorrere dall’anno 2024, è riconosciuta una sola volta, per ciascuna annualità, ai soggetti in possesso, al momento della presentazione della domanda, dei seguenti requisiti:

  • residenza in Italia;
  • Isee in corso di validità non superiore a 50 mila euro (ordinario o corrente).

Bonus psicologo: importi 2024

Il Bonus Psicologo può avere un valore non eccedente i 1.500 euro per persona e viene modulato in base all’ISEE del soggetto richiedente, come descritto in tabella:

ISEE (in euro)Importo del beneficio (per singola seduta, in euro)Importo massimo del Bonus Psicologo (in euro) per singolo beneficiario
Inferiore a 15 mila50,001.500,00
Compreso tra 15 mila e 30 mila50,001.000,00
Superiore a 30 mila e non superiore a 50 mila50,00500,00

Bonus psicologo: come inviare domanda

Le istanze per accedere alla misura in parola sono presentate esclusivamente in via telematica, accedendo alla piattaforma disponibile su “inps.it – Sostegni, Sussidi e Indennità – Bonus Psicologo Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia” in possesso delle credenziali SPID, CIE o CNS.

In alternativa è possibile trasmettere la domanda chiamando il Contact center dell’Istituto al numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) ovvero lo 06.164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).

Bonus psicologo: tempistiche e scadenze

Come reso noto dall’Inps con la Circolare del 15 febbraio 2024, la domanda per accedere al Bonus Psicologo 2023 potrà essere trasmessa nella finestra temporale dal 18 marzo 2024 al 31 maggio 2024.

Al contrario, per le istanze relative all’anno 2024 e agli anni successivi, la finestra temporale per la presentazione delle domande sarà comunicata annualmente con apposito messaggio.

Le graduatorie per il Bonus psicologo

Una volta spirato il termine stabilito dall’Inps per la presentazione delle domande, vengono stilate le graduatorie per l’assegnazione del beneficio, distinte per Regione e Provincia autonoma di residenza, tenendo conto del valore dell’ISEE più basso e, a parità di valore ISEE, dell’ordine cronologico di presentazione delle domande.

Il completamento della fase di definizione delle graduatorie è comunicato con apposito messaggio.

Esito della richiesta

A conclusione dell’istruttoria Inps, quanti hanno presentato la domanda di Bonus ricevono un’apposita comunicazione a mezzo SMS e/o e-mail ai recapiti indicati:

  • nella sezione “MyINPS” del portale “inps.it”;
  • in alternativa, direttamente nell’istanza per accedere al Bonus.

L’esito della pratica è comunque consultabile “sulla medesima procedura utilizzata per la presentazione della stessa nella sezione Ricevute e provvedimenti” (circolare).

Domanda accolta: cosa fare

In caso di definizione positiva della domanda, nel relativo provvedimento è riportato l’importo del beneficio ed il codice univoco associato.

Quest’ultimo, in particolare, dev’essere comunicato per ogni sessione di psicoterapia al professionista, scelto tra gli specialisti privati che hanno aderito all’iniziativa, regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti dell’Albo degli psicologi.

Cosa deve fare lo psicologo

Dal canto suo, il professionista deve indicare, in apposita sezione della procedura, il citato codice univoco in fase di prenotazione o di conferma della sessione di psicoterapia, unitamente al codice fiscale del beneficiario.

L’erogazione dell’importo spettante nella quota massima di 50 euro a seduta, avviene direttamente a favore del professionista secondo le modalità dallo stesso indicate.

Quando scade il Bonus psicologo

A partire dal 2023 il beneficiario ha 270 giorni di tempo, decorrenti dalla data di pubblicazione del messaggio, con cui si comunica il completamento delle graduatorie e l’adozione dei provvedimenti, per usufruire del Bonus e delle sessioni di psicoterapia utilizzando il codice univoco attribuito.

Decorso il termine citato il codice è automaticamente annullato e le risorse non utilizzate vengono riassegnate nel rispetto dell’ordine della graduatoria regionale / provinciale, individuando nuovi destinatari cui si applicheranno le medesime disposizioni citate.

Validità graduatorie

Come precisato dalla Circolare Inps numero 34/2024 il Bonus è erogato fino a “concorrenza delle risorse stabilite nella Tabella 1 allegata al decreto interministeriale del 24 novembre 2023 e delle ulteriori risorse stanziate dal citato articolo 22-bis del decreto-legge n. 145/2023”.

Le graduatorie sono valide fino ad esaurimento delle risorse stanziate per l’anno di riferimento.

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Certificazione unica pensionati 2024: come richiederla e scaricarla online dal sito Inps https://www.leggioggi.it/certificazione-unica-pensionati-2024-inps-online/ Fri, 15 Mar 2024 10:45:39 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=85709 La certificazione unica pensionati 2024 è disponibile online dallo scorso 15 marzo sul portale Inps. Lo comunica l’istituto mettendo in prima pagina la notizia “Certificazione Unica 2024. Per i pensionati e i percettori di prestazioni INPS è disponibile la certificazione unica per i redditi 2023”.

Il documento fiscale dettaglia tutti i dati relativi ai redditi pensione percepiti nell’anno di imposta 2023, che verranno poi utilizzati per estrapolare l’intero anno impositivo fiscale del pensionato ai fini della dichiarazione dei redditi 2024.

In sostanza la CU certifica gli importi corrisposti dall’INPS nell’anno d’imposta di riferimento ai titolari di prestazioni pensionistiche, previdenziali, assistenziali e a sostegno del reddito.

Come deve fare il pensionato/a per entrare in possesso di questo documento? Dove può visualizzarlo e scaricarlo?

Nei prossimi paragrafi una breve guida alla CU pensionati 2024 e come scaricarla direttamente online sul portale Inps.

Indice

Certificazione unica pensionati 2024: chi la riceve

La Certificazione Unica pensionati (CU 2024) è un documento fiscale rilasciato dall’INPS o da altri enti previdenziali che attesta l’ammontare delle somme erogate e delle ritenute fiscali applicate nel corso dell’anno precedente al pensionato. Questo documento è indispensabile per la dichiarazione dei redditi (modello 730, modello Redditi PF) e serve per:

  • dichiarare al fisco i redditi percepiti: La CU pensionati 2024 contiene dettagli sulle pensioni percepite nel corso dell’anno, incluse eventuali pensioni di reversibilità, assegni sociali, e altre forme di sostegno al reddito per anziani e pensionati.
  • verificare le ritenute fiscali: Mostra le imposte già pagate sulle somme percepite, consentendo di verificare se sono dovuti ulteriori pagamenti o se si ha diritto a un rimborso.
  • fornire informazioni per altri benefici: Può essere utilizzata per richiedere o confermare l’accesso a benefici fiscali, assistenziali o di altro tipo, in quanto attesta ufficialmente l’importo della pensione e le ritenute subite.

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CU 2024 modello ordinario in PDF 348 KB
Modello 730/2024 in PDF 880 KB

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Certificazione unica pensionati 2024 Inps: le modalità di invio

La Certificazione Unica pensionati viene rilasciata dall’INPS in qualità di sostituto d’imposta.

E’ sostituto chi si occupa ogni anni di elaborare il conguaglio fiscale di fine anno e di rilasciare la CU ai percettori di redditi di lavoro dipendente (e assimilati), di pensione, di redditi di lavoro autonomo, provvigioni, e redditi diversi, trasmettendola poi telematicamente all’Agenzia delle Entrate.

Per i pensionati chiaramente è l’Inps. Questo processo consente anche la predisposizione della dichiarazione precompilata per il contribuente titolare di assegni pensionistici.

Le modalità di rilascio CU ai pensionati sono diverse, e ognuno può scegliere di optare per quella preferita:

  • Rilascio CU 2024 online: La CU può essere scaricata e stampata direttamente dell’INPS, accedendo all’area personale “MyINPS“, usando credenziali SPID, CNS o CIE. Anche l’applicazione “INPS Mobile” permette di scaricare la CU direttamente su dispositivi mobili.
  • Rilascio CU cartacea agli sportelli Inps: il pensionato può richiedere la certificazione unica 2024, recandosi gli sportelli veloci delle Strutture INPS,.
  • Rilascio CU 2024 via PEC: i pensionati, titolari di indirizzo di posta elettronica certificata PEC, possono richiedere la certificazione unica tramite l’invio al seguente indirizzo pec Inps: richiestacertificazioneunica@postacert.inps.gov.it. La richiesta deve essere corredata di copia del documento di identità in corso di validità del richiedente. In questo modo la CU pensionati 2024 verrà inviata direttamente al mittente.
  • Istituti di patronato, CAF e professionisti abilitati: chi si vuole servire dei servizi di assistenza di terzi, può recarsi agli uffici dei patronati, caf e altri professionisti abilitati, e richiedere il documento.
  • Spedizione alla residenza del titolare o erede: È possibile richiedere la spedizione della CU alla residenza registrata presso l’INPS, sia per i pensionati che per gli eredi, attraverso diversi canali messi a disposizione dall’Istituto.
  • Spedizione ai pensionati all’estero: I pensionati residenti all’estero possono ottenere la Certificazione unica pensionati 2024 contattando un numero telefonico dedicato e fornendo i dati richiesti. Il numero è: 0039-06 164164

CU pensionati 2024: come scaricarla online

La prima modalità di rilascio citata è la messa a disposizione online della Certificazione unica pensionati sul portale Inps. In sostanza l’ente carica il documento nell’area personale del pensionato, che può così visualizzarlo e scaricarlo direttamente da lì.

Si accede all’area personale solo previa autenticazione digitale.

Quindi, gli utenti in possesso di credenziali SPID, Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o Carta di Identità Elettronica (CIE), possono scaricare e stampare la Certificazione Unica 2023 dal sito www.inps.it, accedendo ai Servizi Fiscali presenti all’interno della propria area riservata “MyINPS”.

Basta seguire questo percorso:

  • accedere al portale www.inps.it;
  • cliccare su “Accedi”;
  • inserire le proprie credenziali SPID, CIE o CNS e accedere all’area riservata;
  • cliccare su “Servizi Fiscali”.
  • da qui è possibile visualizzare la Certificazione unica 2024, scaricarla sul proprio pc o smartphone e stamparla.

In alternativa, sempre online sul sito Inps è possibile:

  • accedere al sito www.inps.it;
  • cliccare su “Pensione e Previdenza”
  • poi “Benefici previdenziali e detrazioni”
  • Certificazione Unica
  • “Utilizza il servizio “
  • “Cittadino”.

Scadenze Dichiarazione dei redditi 2024

Ricordiamo le scadenze 2024 sia per l’invio della certificazione unica sia per la dichiarazione 730/2024.

La certificazione unica deve essere trasmessa dai sostituti d’imposta tassativamente entro lunedì 18 marzo 2024. L’adempimento spetta quindi anche all’Inps nei confronti dei pensionati e delle pensionate. In realtà il documento è già disponibile online dal 15 marzo., come si legge nella homepage del portale “Certificazione Unica 2024. Per i pensionati e i percettori di prestazioni INPS è disponibile la certificazione unica per i redditi 2023”.

Certificazione unica inps 2024

Per quanto riguarda invece la dichiarazione 730/2024, queste sono le principali deadline di quest’anno.

  • A partire dal 30 aprile 2024: I contribuenti possono accedere alla dichiarazione precompilata tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. La dichiarazione precompilata viene pubblicata sull’area riservata del contribuente.
  • Entro il 15 giugno 2024: I sostituti d’imposta, i CAF o i professionisti abilitati rilasciano la ricevuta dell’avvenuta presentazione della dichiarazione per quelle presentate entro il 31 maggio, effettuano i controlli sulla regolarità formale della dichiarazione, calcolano le imposte e trasmettono telematicamente all’Agenzia delle Entrate le dichiarazioni predisposte.
  • Entro il 29 giugno 2024: Simili procedure vengono applicate per le dichiarazioni presentate dai contribuenti dal 1° al 20 giugno.
  • A partire da luglio ed entro novembre: I sostituti d’imposta trattengono le somme dovute per le imposte o effettuano i rimborsi. In caso di rateizzazione, trattiene la prima rata, con le ulteriori rate maggiorate dell’interesse dello 0,33% mensile trattenute dalle retribuzioni nei mesi successivi.
  • Entro il 23 luglio: Processi simili sono applicati per le dichiarazioni presentate dal 21 giugno al 15 luglio.
  • entro il 30 settembre 2024: il modello 730/2024 ordinario deve essere presentato al caf/professionista abilitato o al sostituto di imposta; quello precompilato può essere trasmesso direttamente all’Agenzia delle entrate entro lo stesso giorno.
  • Entro il 25 ottobre: invio del modello 730/2024 integrativo

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Pagamento ADI dal 15 marzo: chi lo riceve e obbligo ISEE 2024 https://www.leggioggi.it/pagamento-adi-15-marzo-date-e-isee-2024/ Fri, 15 Mar 2024 10:26:43 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=85754 Arriva oggi 15 marzo 2024 il primo pagamento ADI per i cittadini che hanno inviato domanda entro febbraio e hanno avuto un esito positivo dall’Inps.

A confermarlo lo stesso ente con il messaggio numero 1090 del 14 marzo. L’oggetto della comunicazione Inps è appunto “Primi pagamenti 15 marzo – disponibilità del modello ADI-Com Esteso e abilitazione carte di inclusione per il pagamento del mutuo”.

In sostanza, oltre a comunicare la nuova data di accredito soldi sulla carta ADI, l’istituto mette anche a disposizione

Indice

Pagamento ADI: chi lo riceve a marzo

Come messo in chiaro dal messaggio Inps 1090, oggi 15 marzo vengono disposti i primi pagamenti per i nuclei familiari beneficiari dell’ADI che hanno presentato domanda entro il mese di febbraio 2024, con esito positivo dell’istruttoria e con Patto di attivazione digitale sottoscritto, il famosa PAD.

Ricordiamo che con lo scorso messaggio Inps 835 comunicava il calendario dei pagamenti per i rinnovi ADI dei mesi da marzo a luglio 2024. Ecxco un riassunto

Domande presentate entroSottoscrizione Patto di attivazione digitale ed esito positivo dell’IstruttoriaDisponibilità carte inclusione con importo accreditato per il ritiro presso gli Uffici postali per i richiedenti che abbiano ricevuto l’SMS
febbraio 2024febbraio 2024venerdì 15 marzo 2024
marzo 2024marzo 2024martedì 16 aprile 2024
aprile 2024aprile 2024mercoledì 15 maggio 2024
maggio 2024 maggio 2024sabato 15 giugno 2024
giugno 2024giugno 2024martedì 16 luglio 2024

I cittadini beneficiari riceveranno la comunicazione via SMS/Mail con l’invito a recarsi presso gli uffici postali per il ritiro della Carta di inclusione.

Pagamento ADI: arriva la verifica ISEE 2024

A decorrere dai rinnovi del mese di marzo comincia la verifica dell’ISEE 2024.

In sostanza per l’erogazione dell’assegno nei due mesi precedenti (gennaio e febbraio 2024) valeva la verifica dell’Isee 2023. Invece, da marzo parte la verifica del nuovo ISEE 2024.

Quindi, nel caso in cui non sia ancora disponibile la nuova attestazione ISEE per il 2024, i pagamenti dell’assegno ADI verranno sospesi, in attesa dell’attestazione ISEE 2024.

In pratica, per chi non ha ancora presentato la DSU 2024 in tempo per elaborare il rinnovo, succederà questo:

  • la domanda verrà posta nello stato “sospesa” in attesa della disponibilità dell’ISEE 2024;
  • appena disponibile l’ISEE 2024 e comunque con le elaborazioni dei rinnovi delle mensilità successive verranno recuperate anche le eventuali pregresse mensilità poste nello stato di “sospesa”.

Leggi >> Assegno ADI 2024: stato domanda “sospesa”. Perché e come sbloccarla

Modello ADI-com esteso dal 18 marzo

Oltre ai pagamenti, Inps mette anche a disposizione il modulo da utilizzare per comunicare alcuni dati obbligatori a riguardo.

Come chiarito nello stesso messaggio, dal 18 marzo 2024, ogni componente maggiorenne del nucleo familiare che fruisce di ADI potrà utilizzare il modello ADI- Com Esteso, disponibile sul sito istituzionale, per le comunicazioni obbligatorie durante l’erogazione del beneficio che riguardano:

  •  l’avvio di attività lavorativa ;
  •  variazioni intervenute relative ad uno componente del nucleo  che possono comportare modifiche nell’applicazione della scala di equivalenza o la perdita del diritto all’assegno  (es. inizio o conclusione del periodo di residenza in strutture a totale carico pubblico; applicazione di sentenze definitive di condanna; conclusione o proroga del programma di cura e assistenza);
  •  ulteriori variazioni delle  dichiarazioni rese in domanda che comportano la perdita del requisito in  relazione ai dati del patrimonio mobiliare/immobiliare, al possesso dei beni durevoli e alla residenza continuativa in Italia;
  •  la richiesta della individualizzazione della carta di inclusione, se non già fatta al momento della domanda.

Carta ADI per pagare il mutuo

Entro marzo poi verranno avviate, sia sulle nuove domande che su quelle già presentate, le verifiche sull’ISEE per rilevare la presenza di un mutuo per la casa di abitazione principale, ai fini dell’abilitazione delle carte di inclusione all’effettuazione dei bonifici delle rate relative.

In sostanza, la Carta ADI potrà essere utilizzata per pagare le rate del mutuo.

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Licenziamento per giustificato motivo oggettivo: obbligo di repêchage anche per mansioni inferiori https://www.leggioggi.it/licenziamento-giustificato-motivo-oggettivo/ Fri, 15 Mar 2024 09:04:22 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=85742 Il datore di lavoro può interrompere il rapporto per una serie di ragioni legate all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa: si parla in questi casi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (GMO), fattispecie ben diversa dalle ipotesi di recesso per: giusta causa (a fronte di un comportamento del dipendente, talmente grave da non consentire la prosecuzione); giustificato motivo soggettivo, determinato da un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del lavoratore.

Il ricorso al licenziamento per giustificato motivo oggettivo è legittimo se:

  • Il riassetto organizzativo dell’azienda è effettivo (non pretestuoso) e fondato su circostanze realmente esistenti al momento della comunicazione del recesso;
  • Sussiste un nesso causale tra il licenziamento del lavoratore e il riassetto aziendale;
  • La scelta del lavoratore da licenziare avviene secondo correttezza e buona fede, senza che si verifichino atti discriminatori;
  • Viene rispettato il periodo di preavviso.

Un’ulteriore condizione di legittimità del licenziamento riguarda l’onere della prova in capo al datore di lavoro di dimostrare l’impossibilità di adibire il lavoratore ad altre mansioni (detto anche onere di repêchage).

La recente ordinanza della Cassazione del 30 gennaio 2024 numero 2739 ha sottolineato l’obbligo in capo al datore di lavoro, prima di intimare il licenziamento, di ricercare possibili soluzioni alternative anche attraverso l’assegnazione a mansioni inferiori.

Analizziamo la questione in dettaglio.

Indice

Le origini della pronuncia della Cassazione

L’ordinanza della Suprema Corte numero 2739/2024 trova le sue origini dal licenziamento di una dipendente, cui erano affidate le mansioni di centralinista, intimato il 18 maggio 2016.

L’impugnativa del licenziamento, dopo essere stata accolta in primo grado, è stata respinta in appello.

La Corte di Appello di Roma, in particolare, ha ritenuto provata “la impossibilità di utilizzare l’attività lavorativa” della dipendente interessata “in altro settore con mansioni equivalenti”.

Avverso la sentenza di secondo grado, la lavoratrice ha proposto ricorso in Cassazione, fondato su quattro motivi.
Di questi, la Suprema Corte ne accoglie la metà (due su quattro).

Per quanto di nostro interesse, tra le doglianze condivise dagli Ermellini, figura la violazione e falsa applicazione “dell’art. 3 della legge n. 604 del 1966 (Art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c.) e dell’art. 2103 c.c. in ordine al repêchage in mansioni inferiori”.

Obbligo repêchage anche con inquadramento inferiore

La Corte di Cassazione, come si legge nell’ordinanza, denuncia il fatto che nella pronuncia di secondo grado emerge la tesi per cui l’onere di provare l’impossibilità di ricollocare il lavoratore da licenziare è limitato “alla possibilità che quest’ultimo possa svolgere mansioni comunque equivalenti a quelle precedentemente espletate”.

In questo modo si trascura il fatto che, per condivisa giurisprudenza di Cassazione, l’indagine dev’essere estesa altresì “all’impossibilità di svolgere mansioni anche inferiori”.

La tesi risale alle Sezioni Unite del 1998

L’ordinanza del 30 gennaio 2024 ricorda che già la Cassazione, con la pronuncia numero 7755 del 1998, ha sancito il principio per il quale la permanente impossibilità della prestazione lavorativa può oggettivamente giustificare il licenziamento ai sensi della Legge numero 604/1966, articolo 3, sempre “che non sia possibile assegnare il lavoratore a mansioni non solo equivalenti, ma anche inferiori” (ordinanza del 30 gennaio 2024).

La teoria delle Sezioni Unite riposa sulla prevalenza dell’interesse del lavoratore al mantenimento del posto, rispetto alla salvaguardia di una professionalità che sarebbe comunque compromessa dall’estinzione del rapporto.

Principio esteso al licenziamento per giustificato motivo oggettivo

La teoria della prevalenza dell’interesse del dipendente alla salvaguardia dell’occupazione, ricorda la Suprema Corte, originariamente affermato in caso di sopravvenuta infermità permanente, è stato poi esteso anche alle ipotesi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo dovute alla soppressione del posto di lavoro, in seguito a riorganizzazione aziendale.

La ragione dell’estensione della teoria in parola ai licenziamenti per giustificato motivo oggettivo è giustificata dalla presenza delle medesime esigenze di tutela del diritto alla conservazione del posto di lavoro, da ritenersi prevalenti su quelle di salvaguardia della professionalità del dipendente.

Leggi > Massimali Naspi e ticket licenziamento 2024

Come deve comportarsi il datore di lavoro

In virtù della citata teoria della prevalenza dell’interesse alla salvaguardia del posto di lavoro, sancita dalla Cassazione, il datore di lavoro, ricorda l’ordinanza della Corte, prima di ricorrere al licenziamento e ai fini della legittimità dello stesso, è tenuto “a ricercare possibili soluzioni alternative e, ove le stesse comportino l’assegnazione a mansioni inferiori, a prospettare al lavoratore il demansionamento”, in attuazione del principio di correttezza e buona fede. In questo senso di parla di repêchage.

E l’onere della prova in questi casi spetta al datore di lavoro. Secondo la Corte, il datore di lavoro non deve solo provare la sussistenza delle ragioni di carattere oggettivo poste a base del recesso, ma deve provare altresì l’inutilizzabilità del lavoratore in altre mansioni analoghe a quelle precedentemente svolte, anche inferiori.

Secondo l’orientamento consolidato della Corte di legittimità, spetta al datore di lavoro provare l’impossibilità di repêchage del dipendente licenziato, senza che su quest’ultimo incomba un onere di allegazione dei posti assegnabili

In quest’ottica il datore di lavoro può recedere dal contratto solo “ove la soluzione alternativa non venga accettata dal lavoratore”.

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Il nuovo processo del lavoro dopo la Riforma Cartabia

Nel presente volume vengono affrontate, con un’esposizione chiara e semplice, le tematiche del diritto del lavoro, sostanziale e procedurale, sorte con le prime applicazioni pratiche delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. n. 149/2022).Tra le tematiche che avranno un maggiore impatto “immediato” nelle controversie di lavoro, vi è l’introduzione della negoziazione assistita, che non si pone, però, come condizione di procedibilità della domanda giudiziale, bensì quale mera facoltà attribuita alle parti, nonché la definitiva (attesa?) abrogazione del c.d. rito Fornero in materia di impugnativa giudiziaria dei prov- vedimenti di licenziamento.Il testo ripercorre tutte le novità più recenti, tra cui la sentenza della Corte costituzionale 7/2024, che si è pronunciata sulla disciplina dei licenziamenti collettivi prevista dal Jobs Act, ed affronta criticità e prospettive a distanza di circa un anno dalla Riforma, avvalendosi dell’ausilio di tabelle riepilogative per una migliore e più facile comprensione degli argomenti trattati e della più recente giurisprudenza.Completa il volume un pratico Formulario online stragiudiziale e giudiziale, disponibile anche in formato editabile e stampabile.Manuela RinaldiAvvocato cassazionista, consigliere e tesoriere del COA Avezzano. Direttore della Scuola Forense della Marsica, è professore a contratto di “Tutela della salute e sicurezza sul lavoro” e “Diritto del lavoro pubblico e privato” presso diversi atenei. Relatore a Convegni e docente di corsi di formazione per aziende e professionisti, è autore di numerose opere monografiche e collettanee.

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Come funziona il repêchage

Come anticipato, tra le condizioni di legittimità del licenziamento per GMO figura l’onere in capo al datore di lavoro di provare l’impossibilità di adibire il dipendente ad altre mansioni che, come precisato dalla Corte di Cassazione nella ordinanza 2739/2024, possono essere anche inferiori.

L’eventuale modifica delle mansioni, conseguente al repêchage, deve comunque avvenire nel rispetto della normativa vigente.
L’onere probatorio circa l’impossibilità di ricollocare il dipendente, come anticipato, grava sul datore di lavoro, il quale deve dimostrare che:

  • All’atto del licenziamento i posti di lavoro residui erano occupati e che, in epoca successiva al recesso, non è stata effettuata alcuna nuova assunzione a tempo indeterminato in qualifica analoga a quella del dipendente licenziato;
  • Che il dipendente non aveva la capacità professionale necessaria per occupare una diversa posizione;
  • Che, all’atto del licenziamento, non esistono posizioni analoghe a quella soppressa e che il lavoratore non ha acconsentito al reimpiego in mansioni inferiori, rientranti nel suo bagaglio professionale.

Gruppo di società
Un caso particolare riguarda le società appartenenti al medesimo gruppo.

Se le relazioni all’interno del gruppo stesso sono tali da dar vita ad un unico centro di imputazione dei rapporti giuridici, l’impossibilità di adibire il dipendente ad altre mansioni dev’essere verificata anche nell’ambito delle altre realtà del gruppo.

Attività di lavoro autonomo: il repêchage è rispettato?
Come ha avuto modo di sottolineare la stessa Corte di Cassazione (sentenza 23 maggio 2013 numero 12810) l’onere di repêchage non si considera assolto a fronte della proposta al dipendente di svolgere un’attività di natura autonoma, esterna all’azienda e priva di qualsiasi garanzia reale in termini di impegno lavorativo e reddito.
 

Pronuncia finale della cassazione sul repechage

Detto ciò, la Corte prima messo in chiaro che l’affermazione della Corte territoriale (per cui sul lavoratore graverebbe un onere di allegazione dell’esistenza, nell’ambito della struttura aziendale, di posti di lavoro a cui poter essere utilmente adibito) contrasta con una giurisprudenza di legittimità ormai consolidata secondo cui invece “spetta al datore di lavoro l’allegazione e la prova dell’impossibilità di repêchage del dipendente licenziato, senza che sul lavoratore incomba un onere di allegazione dei posti assegnabili”.

C’è di più. Anche quanto affermato dalla Corte d’Appello di Roma, secondo cui l’onere della prova dell’impossibilità di ricollocare il lavoratore da licenziare sia limitato alla possibilità che quest’ultimo possa svolgere mansioni comunque equivalenti a quelle precedentemente espletate, si porrebbe in contrasto con un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato.

Quindi, affinché il licenziamento per giustificato motivo oggettivo (ragioni di carattere tecnico, organizzativo e produttivo) sia legittimo, è necessario che il datore di lavoro provi l’impossibilità di ricollocare il lavoratore su mansioni diverse non solo equivalenti, ma anche inferiori.

Scarica ordinanza

Corte di Cassazione ordinanza 2739/2024 118 KB

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Arriva il Garante disabili da gennaio 2025: a cosa serve e cosa cambia per il cittadino https://www.leggioggi.it/garante-disabili-in-arrivo-dal-2025-tutele/ Thu, 14 Mar 2024 08:38:03 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=85700 Nella Gazzetta ufficiale del 5 marzo 2024 è stato pubblicato il Decreto legislativo datato 5 febbraio 2024 numero 20 con cui si istituisce, dal 1° gennaio 2025, l’Autorità Garante disabili: un organo con la specifica funzione di tutelare le persone con disabilità.

La creazione dell’Autorità risponde all’obiettivo di assicurare la concreta attuazione e la promozione dei diritti delle persone con disabilità, in conformità a quanto previsto dal diritto internazionale, comunitario e nazionale.

Analizziamo la novità in dettaglio.

> Leggi qui il Decreto di istituzione del Garante

Indice

Garante disabili: come si compone

A norma dell’articolo 2, comma 1, D.Lgs. numero 20/2024 il Garante disabili si presenta come un organo collegiale composto dal presidente e due componenti.

Questi ultimi sono scelti tra persone di notoria indipendenza oltre che di specifiche e comprovate professionalità, competenze o esperienze nel campo della tutela e della promozione dei diritti umani e in materia di contrasto delle forme di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità.

Nomina dei componenti dell’Autorità Garante disabili

Tanto il presidente quanto i componenti del collegio sono nominati con determinazione adottata d’intesa dai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

I tre soggetti appartenenti all’Autorità Garante disabili:

  • non possono essere rimossi o destituiti per motivi connessi allo svolgimento dei loro compiti;
  • esercitano le funzioni senza vincolo di mandato.

Regolamento

Nell’ambito della propria autonomia organizzativa, il Garante adotta con apposito regolamento le disposizioni in materia di organizzazione, funzionamento, esercizio delle funzioni e contabilità, oltre che un codice di condotta per i propri componenti e per il personale dell’ufficio dell’Autorità medesima.  

Le funzioni del Garante disabili

Il Garante, ai sensi dell’articolo 4, esercita le seguenti funzioni:

  • Vigila sul rispetto dei diritti e sulla conformità ai principi stabiliti:
    • 1)        Dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, siglata a New York il 13 dicembre 2006 e ratificata dall’Italia con Legge 3 marzo 2009 numero 18;
    • 2)        Dagli altri trattati internazionali dei quali l’Italia è parte in materia di protezione dei diritti delle persone con disabilità, dalla Costituzione, dalle leggi dello Stato e dai regolamenti nella medesima materia;
  • Contrasta i fenomeni di discriminazione diretta, indiretta o di molestie a causa della condizione di disabilità;
  • Promuove l’effettivo godimento dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone con disabilità, in condizione di eguaglianza con gli altri cittadini, anche impedendo che esse siano vittime di segregazione.

Analizziamo di seguito le altre funzioni del Garante, descritte sempre all’articolo 4.

Il Garante disabili riceve le segnalazioni

Una delle attività del Garante è quella di raccogliere le segnalazioni presentate da persone con disabilità, dai loro familiari, da chi le rappresenta, dalle associazioni e dagli enti legittimati ad agire in difesa delle persone con disabilità, da singoli cittadini, da pubbliche amministrazioni, nonché dall’Autorità politica delegata in materia di disabilità.

Il Garante stabilisce le procedure e le modalità di presentazione delle segnalazioni, anche tramite l’attivazione di un centro di contatto dedicato, assicurandone l’accessibilità.

L’autorità, all’esito della valutazione e verifica delle segnalazioni pervenute, previa audizione delle persone con disabilità legittimate, esprime con delibera collegiale pareri motivati.

Il Garante disabili svolge le verifiche

Con riguardo a fenomeni discriminatori il Garante disabili svolge verifiche, d’ufficio o a seguito di segnalazione, sull’esistenza di fenomeni discriminatori.

Il Garante disabili promuove il rispetto delle persone con disabilità

Grazie a campagne di sensibilizzazione, comunicazione e progetti, iniziative ed azioni positive, in particolare nelle istituzioni scolastiche, il Garante promuove la cultura del rispetto dei diritti delle persone con disabilità.

Visite e colloqui riservati

L’Autorità Garante disabili ha altresì la possibilità di visitare, con accesso illimitato ai luoghi, avvalendosi, se necessario, della collaborazione di altri organi dello Stato, le strutture che erogano servizi pubblici essenziali.

Nel corso delle visite possono aver luogo colloqui riservati, senza testimoni, con le persone con disabilità e con qualunque altra persona possa fornire informazioni rilevanti per l’esercizio delle funzioni del Garante stesso.

Libro utile

FORMATO CARTACEO

La tutela dei soggetti disabili

L’opera, con taglio eminentemente pratico, si propone come valido supporto ai familiari e ai professionisti che si occupano dell’assistenza e della tutela di un soggetto disabile.Il testo offre soluzioni operative, allegando laddove possibile lo strumento, sia esso rappresentato dall’istanza per la nomina dell’amministratore di sostegno, dal ricorso in sede giurisdizionale per l’accertamento tecnico preventivo in materia previdenziale, o infine e per quanto occorra, dall’atto istitutivo di un trust ex lege 112/2016.Ragioni di ordine sistematico hanno inoltre suggerito di analizzare le problematiche dell’inserimento nel mondo del lavoro dei soggetti svantaggiati, dando spazio all’esperienza di alcune cooperative sociali, impegnate quotidianamente nel perseguire l’inclusione sociale, valorizzando l’importanza di “fare rete”, tra istituzioni, famiglie ed enti del Terzo settore.La parte finale del testo è integralmente dedicata agli strumenti con cui il legislatore ha inteso favorire la costituzione di patrimoni separati nel “Dopo di Noi”, analizzando non solo le agevolazioni fiscali, all’uopo previste, ma ponendo in risalto le difficoltà operative che ha incontrato la legge 112/2016.Il volume fornisce non solo un utile supporto redazionale per gli atti esaminati nel testo ma, individuando i limiti propri dei negozi su base individuale, enfatizza la centralitàassunta dall’aspetto assistenziale, proponendo il ricorso al “trust collettivo”, declinato in un’ottica mutualistica, per superare i suddetti limiti, e al contempo per rafforzare l’importanza assunta dal progetto di vita che verrebbe così monitorato e garantito dalle competenze dell’Ente assistenziale.Marco Avanza, Paola Baldini, Fernando Bellelli, Piero Bertolaso Brisotto, Marta Bregolato, Daniele Corrado, Michele Falzone, Nabila Grisa, Marilena Hyeraci, Alessandro Jacobi, Nicola Pietrantoni, Giammatteo Rizzonelli I diritti d’autore e una parte del ricavato ottenuto dalla vendita di questo libro verranno devoluti ad associazioni di volontariato che operano per il sostegno dei soggetti disabili e delle loro famiglie.

A cura di Piero Bertolaso Brisotto e Giammatteo Rizzonelli | Maggioli Editore 2022

Emissione di pareri

Il Garante non si limita a ricevere le segnalazioni presentate, tra gli altri, dalle persone con disabilità ma, valutate le stesse, verifica l’esistenza di discriminazioni comportanti lesioni di diritti soggettivi o di interessi legittimi negli ambiti di competenza.

All’esito della valutazione, l’Autorità esprime con delibera collegiale pareri motivati.

Quando le verifiche hanno ad oggetto il mancato adeguamento a quanto previsto dai piani per l’eliminazione di barriere architettoniche degli edifici pubblici e aperti al pubblico e da quelli privati che forniscono strutture e servizi aperti o forniti al pubblico, il Garante può proporre all’amministrazione competente un cronoprogramma per rimuovere le barriere e vigilare sugli stati di avanzamento.

Azione del Garante disabili contro l’inerzia delle amministrazioni

Trascorsi 90 giorni dal parere motivato, il Garante, constatata l’inerzia da parte delle amministrazioni e concessionari di pubblici servizi, può proporre azione ai sensi dell’articolo 31, commi 1, 2 e 3 del Decreto legislativo 2 luglio 2010 numero 104.

L’azione in parola si svolge decorsi i termini per la conclusione del procedimento amministrativo e negli altri casi previsti dalla legge. Chi vi ha interesse “può chiedere l’accertamento dell’obbligo dell’amministrazione di provvedere” (articolo 31, comma 1).

Declaratoria di nullità

Entro 180 giorni dall’adozione del provvedimento da parte delle amministrazioni e concessionari di pubblici servizi, sulla base delle proposte o del parere motivato del Garante, lo stesso può agire, ai sensi dell’articolo 31, comma 4, D.Lgs. numero 104/2010, per il solo accertamento delle nullità previste dalla legge.

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Certificazione Unica CU 2024: invio, compilazione e scadenza 18 marzo https://www.leggioggi.it/cu-2024-compilazione-invio-scadenza-18-marzo/ Wed, 13 Mar 2024 15:46:42 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=85678

La Cu 2024 (o Certificazione unica) è un documento fiscale che sintetizza in un unico modulo le informazioni relative ai redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati (come quelli da lavoro autonomo occasionale), incluse le ritenute fiscali e contributive operate, nonché eventuali detrazioni e deduzioni spettanti al lavoratore o al pensionato.

I sostituti d’imposta utilizzano la Certificazione unica 2024 per attestare i redditi di lavoro dipendente e assimilati, i redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi nonché i corrispettivi derivanti dai contratti di locazioni brevi.

In pratica tutte le informazioni per mettere il Fisco a conoscenza della situazione economica del contribuente, ai fini della dichiarazione dei redditi.

Ecco una breve guida a chi deve inviarla e come compilare il documento.


Leggi anche > Modello 730/2024: come si compila e scadenze di quest’anno

Indice

A cosa serve la CU 2024

La Certificazione Unica (CU) è un documento fiscale che in Italia viene utilizzato per attestare le somme percepite da un lavoratore e le relative ritenute fiscali e contributive operate nel corso dell’anno fiscale precedente. Serve a diversi scopi:

  • fare la Dichiarazione dei Redditi: È il documento principale che il contribuente deve presentare per la dichiarazione dei redditi. Contiene tutte le informazioni necessarie per compilare il modello 730 o il modello Redditi, permettendo di determinare l’imposta sul reddito dovuta o l’eventuale eccedenza da rimborsare.
  • Trasparenza e Controllo: Fornisce trasparenza sia al contribuente che all’Agenzia delle Entrate riguardo ai redditi percepiti e alle imposte versate, facilitando i controlli e la prevenzione dell’evasione fiscale.
  • Documento di verifica: Può essere richiesta da istituzioni finanziarie o altri enti per verificare l’effettivo reddito di una persona, ad esempio per la valutazione della capacità di rimborso di un mutuo o di un prestito.

Chi rilascia la CU 2024

La Cu 2024 viene rilasciata dal sostituto d’imposta, ovvero il soggetto che effettua i pagamenti al lavoratore (ad esempio, un datore di lavoro o un ente pensionistico). Questo ente si occupa di calcolare, trattenere e versare le imposte dovute dal lavoratore direttamente all’Agenzia delle Entrate, semplificando il processo fiscale per il contribuente.

  • nel caso dei lavoratori dipendenti il sostituto d’imposta è il datore di lavoro;
  • nel caso dei pensionati è l’Inps.

La Certificazione Unica deve essere fornita dai sostituti d’imposta ai propri dipendenti, pensionati o altri beneficiari entro date stabilite dall’Agenzia delle Entrate, di solito entro il mese di marzo dell’anno successivo a quello di riferimento dei redditi. Questo documento è essenziale per i contribuenti per poter compilare in modo accurato e completo la propria dichiarazione dei redditi.

Chi è obbligato all’invio della CU 2024

Come si legge anche nelle istruzioni di compilazione CU, questo documento deve essere inviato da tutti coloro che nel 2023 hanno corrisposto somme o valori soggetti a ritenuta alla fonte.

Sono inclusi anche coloro che hanno corrisposto contributi previdenziali e assistenziali e/o premi assicurativi dovuti all’INAIL, nonché i soggetti che hanno erogato somme e valori per i quali non è prevista l’applicazione delle ritenute alla fonte ma che sono soggetti alla contribuzione INPS.

La CU deve essere inoltre presentata da chi ha erogato compensi soggetti a contribuzione dovuta all’INPS, come nel caso delle aziende straniere con lavoratori italiani all’estero assicurati in Italia. Anche i titolari di posizione assicurativa INAIL devono presentare la CU, comunicando i dati relativi al personale assicurato.

Le scadenze della CU 2024

Le scadenze principali inerenti la Certificazione Unica (CU) per il periodo d’imposta 2023 sono le seguenti:

  • 18 marzo 2024Invio telematico all’Agenzia delle Entrate: i sostituti d’imposta devono trasmettere telematicamente la CU all’Agenzia delle Entrate. Questa scadenza è valida per le certificazioni relative ai redditi di lavoro dipendente, ai redditi di lavoro autonomo, e ai redditi diversi. Solitamente la data è fissata al 16 marzo, ma quest’anno cade di sabato, motivo per cui tutto slitta a lunedì 18.
  • Consegna della CU al percipiente: I sostituti d’imposta devono consegnare la CU ai percipienti entro il 16 marzo 2024. Anche in questo caso, la scadenza slitta al 18 marzo.

In sostanza sia dipendenti sia pensionati ricevono la CU dal proprio sostituto d’imposta entro il 18 marzo 2024.

CU 2024: come è fatta

La CU è composta da due modelli: quello sintetico da consegnare al lavoratore o al pensionato e quello ordinario da inviare all’Agenzia delle Entrate.

Per una panoramica completa possiamo dire che il modello si compone di diverse sezioni che riportano informazioni dettagliate sui redditi percepiti dal contribuente, sulle ritenute fiscali e contributive operate, nonché su altre informazioni utili ai fini della dichiarazione dei redditi. In particolare:

  1. Frontespizio: Contiene le informazioni generali relative al tipo di certificazione, ai dati del sostituto d’imposta (chi emette la certificazione, ad esempio il datore di lavoro o l’ente pensionistico), e ai dati del percettore delle somme (il contribuente).
  2. Dati anagrafici del sostituto d’imposta: Questa sezione include informazioni dettagliate sul sostituto d’imposta, come la denominazione o il nome e cognome nel caso di persone fisiche, il codice fiscale, l’indirizzo, ecc.
  3. Dati anagrafici del percipiente delle somme: Comprende informazioni dettagliate sul percettore delle somme, come nome, cognome, codice fiscale, e altri dati anagrafici.
  4. Dati fiscali: Questa parte della certificazione riporta dettagli sui redditi percepiti dal contribuente nel corso dell’anno fiscale di riferimento, le ritenute fiscali operate, le eventuali detrazioni d’imposta, i crediti d’imposta, e altri elementi rilevanti ai fini della dichiarazione dei redditi.
  5. Dati previdenziali e assistenziali: In questa sezione sono riportati i dati relativi ai contributi previdenziali e assistenziali versati, sia a carico del lavoratore che del datore di lavoro, nonché informazioni relative ad eventuali periodi assicurati.
  6. Dati relativi ad altri redditi: Per certi tipi di CU, possono essere presenti sezioni dedicate a redditi diversi dal lavoro dipendente, come quelli da lavoro autonomo, provvigioni, o altri redditi specifici che devono essere dichiarati.
  7. Riepilogo e dichiarazioni: La certificazione si conclude con un riepilogo delle informazioni fornite e spazi dedicati alla firma digitale o alla sottoscrizione da parte del sostituto d’imposta che attesta la veridicità dei dati riportati.

CU 2024: le novità di quest’anno

Tra le novità più importanti che hanno interessato la Cu si evidenziano:

  • la tassazione agevolata delle mance per i lavoratori dipendenti del settore turistico
  • la riorganizzazione del lavoro sportivo dilettantistico e professionistico,
  • l’innalzamento a 3 mila euro dei fringe benefit erogati a favore dei lavoratori dipendenti con figli a carico. A tal proposito, ricordiamo invece che dal 2024 sono in vigore nuove regole sui fringe benefit, che ne fanno scendere la soglia esentasse.
  • l’indicazione del trattamento integrativo speciale erogato ai lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale.
  • e la rideterminazione della riduzione Irpef spettante al comparto sicurezza e difesa.

Come compilare la CU 2024

Ogni sezione che compone il documento fiscale deve essere compilato, inserendo i dati e le informazioni richieste. Tra queste:

  • Dati del Sostituto d’Imposta: compilare i dati anagrafici del sostituto d’imposta (datore di lavoro, ente pensionistico, ecc.), inclusi codice fiscale, denominazione o nome e cognome, indirizzo, e altri dati rilevanti.
  • Dati del Percipiente: inserire le informazioni anagrafiche del percipiente delle somme (il lavoratore, il pensionato, ecc.), come nome, cognome, codice fiscale, e residenza.
  • Dati Fiscali:
    • Redditi di lavoro dipendente e assimilati: indicare l’ammontare complessivo dei redditi lordi percepiti, le ritenute operate, le detrazioni per lavoro dipendente, eventuali altri oneri detraibili e deducibili.
    • Redditi di lavoro autonomo (se applicabile): specificare i compensi percepiti, le ritenute subite, e le eventuali spese deducibili.
    • Altri redditi (se applicabile): includere informazioni su eventuali altri tipi di redditi percepiti e le relative ritenute.
  • Dati Previdenziali e Assistenziali: riportare i contributi previdenziali e assistenziali versati nel corso dell’anno, sia a carico del lavoratore che del sostituto d’imposta, indicando le relative basi imponibili.
  • Dettagli sulle Ritenute: compilare le sezioni relative alle ritenute fiscali applicate sui redditi del percipiente, inclusi i dati relativi ad eventuali crediti d’imposta e addizionali regionali e comunali.
  • Altre Informazioni: se necessario, completare le sezioni dedicate ad altri tipi di redditi, compensi per collaborazioni occasionali, premi, indennità, ecc.
  • Verifica e Firma: prima della firma e dell’invio, verificare attentamente tutte le informazioni inserite per correttezza e completezza. La CU deve essere firmata digitalmente (se trasmessa telematicamente) o firmata manualmente dal sostituto d’imposta che la emette.
  • Invio alla Agenzia delle Entrate e al Percipiente: la CU deve essere trasmessa telematicamente all’Agenzia delle Entrate entro i termini previsti dalla normativa vigente e consegnata al percipiente, direttamente o in formato elettronico, entro la data limite per la consegna.

Scarica qui il Modello CU 2024 definitivo

In questo paragrafo è possibile scaricare il modello definitivo della CU 2024 da utilizzare per i redditi del 2023. Si tratta del modello ordinario.

Scarica la CU 2024

Modello CU 2024 in PDF 348 KB

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Rottamazione quater: saldo prime tre rate entro il 20 marzo. Come fare https://www.leggioggi.it/rottamazione-quater-nuova-proroga-15-20marzo/ Wed, 13 Mar 2024 11:01:06 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=84561 C’è tempo fino al 15 marzo (per la scadenza naturale) e 20 marzo (inclusi i giorni di tolleranza), per saldare le prime tre rate della Rottamazione quater.

Ricordiamo che con il Decreto Milleproroghe era stato approvato il nuovo paracadute per le rate scadute dei debiti non sanati entro ottobre e novembre 2023 e per la terza rata in scadenza al 28 febbraio.

Come la stessa Agenzia delle entrate riscossione ha chiarito, la legge di conversione del DL n. 215/2023, approvata definitivamente dal Parlamento il 21 febbraio 2024 e in attesa di pubblicazione in GU, ha differito a venerdì 15 marzo il termine per effettuare il pagamento delle prime tre rate della Definizione agevolata delle cartelle, senza oneri aggiuntivi e senza perderne i benefici

I contribuenti rimasti indietro con il pagamento dei debiti scaduti nel 2023, hanno tempo fino a metà marzo 2024 per regolarizzarsi, rientrando nel piano di definizione agevolata conosciuto come Rottamazione quater.

Ricordiamo intanto che già con il Decreto anticipi 2023 c’era stato un mini-correttivo alle scadenze del piano. In questa occasione era stato previsto un piccolo slittamento al 18 dicembre della deadline per il pagamento della prima e seconda rata.

Ora, con il Milleproroghe (atteso in gazzetta) la finestra dei pagamenti in ritardo resta spalancata fino al 15 marzo 2024, esclusi i 5 giorni di tolleranza canonici, che faranno slittare il termine ultimo al 20 marzo.

Indice

Rottamazione quater: proroga definitiva nel Milleproroghe 2024

Il nuovo salvagente parlamentare va in soccorso dei decaduti dalla rottamazione quater, per mancato pagamento delle rate scadute lo scorso anno: in particolare quelle del 31 ottobre e 30 novembre 2023.

Come spiegato anche sul portale dell’Agenzia delle entrate Riscossione, il Dl Milleproroghe ha differito a venerdì 15 marzo il termine per effettuare il pagamento delle prime tre rate della Definizione agevolata delle cartelle, senza oneri aggiuntivi e senza perdere i benefici della “Rottamazione-quater”.

I versamenti con scadenza il 31 ottobre 2023 (prima o unica rata) e il 30 novembre 2023 (seconda rata), già slittati al 18 dicembre 2023 dalla Legge n. 191/2023, si considerano tempestivi se effettuati entro venerdì 15 marzo

Inoltre, entro lo stesso termine, è possibile pagare anche la terza rata e per le popolazioni dell’Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche colpite dagli eventi alluvionali del maggio 2023 (le prime due rate (stabilite, rispettivamente, il 31 gennaio e il 28 febbraio 2024, dalla Legge n.100/2023).

Leggi >> Come fare per sapere se si ha un debito con l’Agenzia entrate

Rottamazione quater: nuove scadenze

Tutti i contribuenti decaduti per il mancato versamento delle prime due rate 2023 sono stati riammessi nel ciclo del piano di definizione agevolata, per consentire loro di proseguire con le prossime rate previste. Possibilità aperta anche a chi deve pagare la rate in scadenza il 28 febbraio.

Ricordiamo che chi ha aderito al piano di rottamazione 2023 ha potuto scegliere di pagare:

  • in soluzione unica entro il 31 ottobre 2023
  • rateizzando il debito in un massimo di 18 rate, di cui le prime due con scadenza il 31 ottobre e il 30 novembre 2023,
  • Le restanti 16 rate, ripartite nei successivi 4 anni, andranno saldate il 28 febbraio31 maggio31 luglio e 30 novembre di ciascun anno, a decorrere dal 2024. La prima e la seconda rata saranno pari al 10% delle somme complessivamente dovute, le restanti rate invece di pari importo.

Qui si inserisce la novità della riapertura dei termini. Chi ha optato per il saldo a rate dei debiti avrebbe dovuto effettuare i pagamenti in quest’ordine:

  • le prime due rate >> 31 ottobre e 30 novembre 2023 (termini chiusi e che potrebbero ora essere riaperti);
  • a seguire ogni anno in queste date:
    • 28 febbraio (4 marzo con i 5 giorni di tolleranza);
    • 31 maggio;
    • 31 luglio;
    • 30 novembre

Le nuove scadenze da prendere in considerazione quest’anno per la I° e II° rata (ottobre e novembre 2023) e la III° rata del 28 febbraio 2024 sono le seguenti:

  • venerdì 15 marzo 2024
  • che diventa mercoledì 20 marzo 2024 grazie ai 5 giorni di tolleranza concessi dalle Entrate Riscossione.

Cosa si paga con la Rottamazione quater

I debiti inclusi nella rottamazione quater (e quindi ciò che si andrebbe e pagare con la riapertura dei termini) sono quelli affidati all’agente della riscossione e compresi tra il 2000 e il 2022. Di questi si pagherebbe solo la cifra dovuta, con l’abbuono degli interessi, sanzioni e aggio sulle cartelle sopra i 1000 euro.

Come spiegato anche dell’Agenzia delle entrate Riscossione infatti, la definizione agevolata introdotta dalla Legge n. 197/2022 include i carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Il contribuente può estinguere questi debiti versando solo le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le procedure esecutive e per i diritti di notifica.

Non sono invece da corrispondere le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio.

Come si paga

Per i pagamenti devono essere utilizzati i moduli allegati alla Comunicazione delle somme dovute, disponibili anche sul sito in area riservata.
Per saldare l’importo dovuto a titolo di rottamazione quater si possono utilizzare diverse modalità:

  • pagamento online. Il contribuente può procedere al versamento in via telematica, senza stampare nulle o senza recarsi in uffici vari. Può quindi utilizzare:
    • il servizio “Paga on-line” sul sito delle Entrate e sull’App Equiclick;
    • i canali telematici delle banche, di Poste Italiane e di tutti gli altri Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) aderenti al nodo pagoPA. La lista completa dei PSP aderenti e le informazioni sui canali di pagamento attivati sono reperibili sul sito di pagoPA;
  • il nuovo servizio di domiciliazione bancaria disponibile nella sezione Definizione agevolata in area riservata, che consente di attivare o revocare l’addebito diretto delle rate sul conto corrente, anche intestato ad altro soggetto se autorizzato;
  • pagamento fisico. Chi non vuole pagare online può servirsi del tradizionale pagamento agli sportelli. È sufficiente utilizzare il modulo di pagamento presso banche, Poste, ricevitorie, tabaccai e sportelli dell’Agenzia entrate.

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Foto di copertina: istock/spawns

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Guida al passaporto 2024: richiesta, rilascio, rinnovo, costi, prenotazioni https://www.leggioggi.it/passaporto-2024-guida-completa-alla-richiesta/ Wed, 13 Mar 2024 09:37:27 +0000 https://www.leggioggi.it/?p=85585 Chi deve chiedere il rilascio o rinnovo del passaporto 2024 deve seguire una specifica procedura online di richiesta appuntamento in Questura. Si possono contattare direttamente gli uffici delle questure solo in alcuni casi di urgenza, che vediamo in questa guida passo passo alla domanda di passaporto elettronico.

Dal costo al portale online per gli appuntamenti, dai documenti ai portali web delle questure italiane: tutte le info utili nei prossimi paragrafi.

Indice

Come è fatto il Passaporto elettronico 2024

Il passaporto elettronico è la versione moderna e più sicura del tradizionale documento di viaggio. Introdotto in Italia per rispondere agli standard internazionali di sicurezza, incorpora tecnologie avanzate per prevenire frodi e falsificazioni.

Il passaporto elettronico è costituito da un libretto cartaceo di 48 pagine a modello unificato, dotato di un microchip inserito nella copertina, che contiene le informazioni relative ai dati anagrafici, la foto e le impronte digitali del titolare.

Viene ormai da anni rilasciato in Italia, è praticamente uguale a quella tradizionale, con la sola differenza della presenza di un microchip sulla copertina, che contiene tutte i dati anagrafici del cittadino, le impronte digitali e la foto.

Ecco le principali caratteristiche e componenti del passaporto elettronico italiano:

  • Microchip Incorporato: La caratteristica distintiva dell’e-passaporto è un microchip integrato nella copertina o in una pagina del passaporto. Questo chip contiene le informazioni biografiche del titolare (le stesse stampate sul passaporto) e dati biometrici, come l’immagine del viso e, in alcuni casi, impronte digitali. L’integrazione di dati biometrici aumenta significativamente la sicurezza del documento, rendendo estremamente difficile la falsificazione e l’uso improprio.
  • Pagina dei Dati Biografici: Include informazioni personali del titolare come nome, cognome, data e luogo di nascita, sesso, cittadinanza, data di emissione e scadenza del passaporto, numero del passaporto e foto del titolare. Questa pagina è realizzata in policarbonato per aumentarne la resistenza e la durata.
  • Elementi di Sicurezza Avanzati: Il passaporto elettronico italiano è dotato di numerosi elementi di sicurezza per prevenire alterazioni e falsificazioni. Questi includono ologrammi, filigrane, inchiostri sensibili alla luce, elementi visibili solo sotto luce ultravioletta e altri dettagli di sicurezza microscopici.
  • Firma Digitale: I dati memorizzati nel chip sono protetti da una firma digitale, che garantisce l’autenticità e l’integrità dei dati. La firma digitale impedisce la modifica non autorizzata dei dati memorizzati nel chip.
  • Zona di Lettura Ottica (Machine Readable Zone, MRZ): contiene le informazioni essenziali del titolare in un formato leggibile dalle macchine, facilitando i controlli ai confini.

Chi può chiedere in Passaporto in Italia

In Italia, la richiesta del passaporto 2024 è permessa a categorie specifiche di persone, in linea con le normative e i requisiti stabiliti dall’amministrazione italiana. Ecco chi può richiedere un passaporto in Italia:

  • cittadini Italiani: Il requisito fondamentale è essere cittadini italiani. Ciò include sia i cittadini nati in Italia che quelli che hanno acquisito la cittadinanza per naturalizzazione, matrimonio, o discendenza.
  • minori: Anche i minori possono ottenere un passaporto italiano. La domanda per i minori deve essere presentata dai genitori o dai tutori legali, e in molti casi è necessario il consenso di entrambi i genitori. A seconda dell’età del minore, il passaporto avrà una validità limitata (5 anni per i minori sotto i 18 anni).

Richiesta Passaporto 2024: documenti necessari

Chi intende fare domanda per il rilascio del passaporto 2024 deve dotarsi della specifica documentazione richiesta e obbligatoria, per il riconoscimento dell’identità della persona richiedente. In particolare servono:

  • modulo di richiesta passaporto (si può scaricare dal sito della Polizia di stato);
  • documento d’identità valido (carta d’identità o patente di guida);
  • stampa della registrazione al sito della polizia Agenda Passaporto;
  • due fototessere a sfondo bianco, identiche e conformi agli standard ICAO richiesti;
  • Per i minori, oltre ai documenti sopra citati, può essere richiesto il certificato di nascita o altro documento che attesti il rapporto di parentela o la tutela, e i documenti d’identità dei genitori o tutori legali.

Passaporto 2024: requisiti e standard delle Fototessere

Prendendo spunto dal sito della Polizia di Stato, elenchiamo le caratteristiche tecniche che deve avere la foto per il passaporto elettronico:

  1. Deve essere recente (non più di 6 mesi);
  2. La foto deve essere a colori;
  3. La persona fotografata deve avere un’espressione neutra e tenere la bocca chiusa;
  4. Gli occhi debbono essere aperti e ben visibili;
  5. La foto deve avere uno sfondo bianco e con luce uniforme;
  6. Non deve avere riflessi di flash sul viso e soprattutto non gli occhi rossi;
  7. Il viso deve coprire il 70-80% della foto dalla base del mento alla fronte;
  8. La messa a fuoco deve essere nitida;
  9. La foto deve essere fatta guardando direttamente la macchina;
  10. Grandezza: 35-40 mm;
  11. La foto deve essere stampata su carta di alta qualità e ad alta definizione;
  12. Il viso deve essere ben centrato nella macchina e quindi non di profilo;
  13. La foto deve mostrare la persona da sola, senza altri oggetti o persone sullo sfondo.
  14. Per chi indossa gli occhiali da vista:
    1. la foto deve mostrare chiaramente gli occhi e non deve avere riflessi del flash sulle lenti (inclinare leggermente il capo);Gli occhiali da vista non devono avere lenti colorate (c.d. “occhiali da sole”);
    2. non si devono indossare occhiali con montatura pesante e la montatura non deve coprire nessuna parte degli occhi;
    3. le foto fatte con un copricapo sono accettate soltanto se giustificate da motivi religiosi; in tal caso si devono chiaramente vedere i contorni del viso, dalla base del mento alla fronte ed entrambi i lati del volto.

Dove richiedere il passaporto 2024

Il passaporto 2024 deve essere richiesto in Questura o Commissariato di Polizia, tramite la presa di appuntamento online sul sito della Polizia di Stato.

In presenza di motivi di urgenza dovuti a lavoro, salute, studio, turismo o altro, adeguatamente giustificati, sarà possibile rivolgersi direttamente alla Questura di competenza secondo le modalità che ogni Questura pubblicizza sul proprio sito per ottenere il rilascio del documento in tempi utili.

Passaporto 2024: come prendere appuntamento online

Per prendere un appuntamento per il rilascio del passaporto elettronico in Italia, è necessario seguire un processo relativamente semplice e standardizzato, che può variare leggermente a seconda della località. Ecco i passaggi principali:

  • Portale Agenda Passaporti: l’appuntamento online per il rilascio del passaporto 2024 deve essere preso tramite il sito web del Polizia di Stato all’indirizzo https://passaportonline.poliziadistato.it/ (l’Agenda passaporto). Questo sistema permette di scegliere la data e l’ora dell’appuntamento presso l’ufficio passaporti della Questura o, in alcuni casi, presso un commissariato di polizia che offre il servizio.
  • Registrazione e Accesso: per utilizzare il sistema di prenotazione online, occorre seguire questi step:
    • cliccare su: “Accesso per il cittadino”;
    • è possibile registrarsi solo ed esclusivamente con la Carta d’Identità Elettronica CIE o in alternativa lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);
    • cliccare su “Nuova richiesta ” e poi “Passaporto elettronico“;
    • in fondo alla pagina c’è la domanda “Dove si vuole richiedere il documento“;
    • qui è possibile scegliere la “provincia di residenza o quella di domicilio“;
    • cliccare su “continua“;
    • comparirà una schermata con il primo appuntamento disponibile presso la sede relativa di rilascio. Si può cliccare sulla sede e il giorno preferito.
  • Come ritirare: dopo aver confermato sede, ora e giorno e avere inserito le info richieste, si deve indicare come si intende ritirare il passaporto;
  • Conferma e Istruzioni: Dopo aver scelto l’appuntamento, riceverai una conferma via email o SMS, a seconda del sistema utilizzato. Conserva questa conferma, poiché potrebbe essere richiesta il giorno dell’appuntamento.
appuntamento online passaporto elettronico
Schermata iniziale di presa appuntamento online per il Passaporto
appuntamento online passaporto
Elenco disponibilità giorno, ora, sede

Passaporto 2024 in Posta

Ricordiamo che dall’11 marzo 2024 è possibile richiedere il documento di viaggio internazionale anche negli uffici di Poste italiane. Questa possibilità è inclusa nel progetto Polis, con lo scopo di semplificare il rilascio di tutti i certificati digitali ai cittadini, e riservata ai Comuni con meno di 15 mila abitanti. Gradualmente poi il servizio sarà esteso in tutta Italia.

La domanda di passaporto in Posta passa dal recarsi agli sportelli di posta e consegnare all’operatore del più vicino ufficio postale del proprio Comune:

  • un documento di identità valido,
  • il codice fiscale,
  • due fotografie,
  • pagare in ufficio il bollettino per il passaporto ordinario della somma di 42,50 euro
  • e una marca da bollo da 73,50 euro;
  • In caso di rinnovo bisognerà consegnare anche il vecchio passaporto o la copia della denuncia di smarrimento o furto del vecchio documento.

L’operatore poi, tramite un’apposta piattaforma tecnologica, raccoglie le informazioni e i dati biometrici del cittadino (impronte digitali e foto) inviando poi la documentazione all’ufficio di Polizia di riferimento.

Il nuovo passaporto può essere consegnato da Poste Italiane direttamente a casa del richiedente. Si tratta quindi di consegna a domicilio.

Costi per l’emissione e metodi di pagamento accettati

Il costo per avere il passaporto elettronico 2024 non è proprio irrisorio. In totale si devono spendere 116 euro, in aggiunta ai soldi spesi per le fototessere. La cifra è così suddivisa:

  • ricevuta del pagamento a mezzo c/c di 42,50 euro per il passaporto ordinario. Il versamento va effettuato presso gli uffici postali di Poste Italiane mediante bollettino di conto corrente n. 67422808 intestato a: Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del tesoro, in distribuzione presso gli uffici postali di Poste Italiane. Il bollettino postale dovrà riportare nello spazio “eseguito da” i dati dell’intestatario del passaporto anche se minore e nella causale dovrà esser scritta la dicitura “rilascio passaporto elettronico”. Non saranno accettati bollettini in bianco, bonifici, giroconti ed altre tipologie di versamenti;
  • un contrassegno amministrativo da 73,50 euro (da acquistare in una rivendita di valori bollati o tabaccaio);

Validità del Passaporto 2024

In Italia, la validità del passaporto elettronico dipende dall’età del titolare al momento dell’emissione:

  • Per gli adulti (maggiorenni): il passaporto ha una validità di 10 anni.
  • Per i minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni: il passaporto ha una validità di 5 anni.
  • Per i bambini sotto i 3 anni: il passaporto ha una validità di 3 anni
  • Il passaporto temporaneo che ha validità per un massimo di 12 mesi.

Passaporto 2024 per Minori: le regole

Il Decreto Legge n.69 del 13 giugno 2023 ha introdotto una importante novità sul rilascio del passaporto 2024 ai genitori di figli minori.

Infatti non è più necessario il consenso di entrambi i genitori, ma è sufficiente quello di uno solo. Questo a meno che non ci sia un provvedimento inibitorio dell’autorità giudiziaria a carico del richiedente che ne impedisca il rilascio.

La documentazione necessaria al rilascio del documento per genitori di minori è questa:

  • fotocopia di un documento d’identità in corso di validità;
  • nr. 2 fototessera;
  • attestazione di versamento di € 42,50 su conto corrente postale n. 67422808 intestato al ministero dell’economia e delle finanze dipartimento del tesoro-causale “importo per il rilascio del passaporto elettronico” (esiste un bollettino prestampato presso gli uffici postali);
  • un contributo amministrativo per il rilascio del passaporto di € 73,50 in contrassegno telematico acquistabile nelle rivendite di valori bollati o in tabaccheria;

Resta invece necessario il consenso di entrambi i genitori per il rilascio del passaporto al figlio minorenne. All’atto della richiesta del passaporto per il figlio minore devono presentarsi in
Questura tutti e due i genitori.

Infatti ormai tutti i minori da 0 a 18 anni per poter viaggiare devono avere un documento (passaporto/carta di identità/lasciapassare) individuale. Non sono più valide le iscrizioni di figli minori sui passaporti dei genitori. Il minore quindi può viaggiare con questi documenti

  • con un passaporto individuale
  • con la carta d’identità
  • fino a 15 anni, con un documento che attesti la nascita e la cittadinanza vidimato dal Questore (cosiddetto lasciapassare)

Sia i passaporti per minori che le carte d’identità la validità è di:

  • minore da 0 a 3 anni: validità 3 anni
  • minore dai 3 ai 18 anni: validità 5 anni

LA DOMANDA DI PASSAPORTO MINORENNE

La richiesta di passaporto per un minore deve essere presentata dai genitori o da chi esercita la potestà genitoriale.

Documenti richiesti: Per la richiesta sono generalmente necessari

  • il modulo di richiesta del rilascio passaporto specifico per i minorenni;
  • un documento di identità del minore (e una fotocopia) o un’autocertificazione del genitore;
  • 2 foto tessera uguali e recenti su fondo bianco;
  • un valore bollato da € 73,50,
  • ricevuta del versamento di € 42,50 effettuato tramite bollettino postale a nome del minore (i bollettini prestampati sono disponibili in posta);
  • la ricevuta rilasciata da Agenda passaporto.
  • a partire dai 12 anni, verranno richieste anche la firma e le impronte digitali.
  • l’assenso firmato da entrambi i genitori. I genitori devono firmare davanti al Pubblico Ufficiale. Se uno dei genitori non è presente deve fornire una fotocopia del documento di identità e l’assenso firmato in originale.

Smarrimento e sostituzione Passaporto

Qualora si debba richiedere un nuovo passaporto a causa di deterioramento, assieme alla documentazione necessaria, deve essere consegnato il vecchio documento. In caso di richiesta di nuovo passaporto per smarrimento o furto deve essere presentata la relativa denuncia.

Passaporto 2024con urgenza: quando richiederlo

Esistono alcuni motivi per cui è possibile richiedere il passaporto 2024 in tempi brevi. Si tratta del passaporto con urgenza, ammesso in presenza di particolari motivazioni, appunto urgenti o gravi, che possono essere:

  • motivi di salute,
  • motivi di lavoro,
  • motivi familiari,
  • motivi di studio,
  • motivi anche di viaggio e turismo. In questo caso deve verificarsi una motivazione che induca l’urgenza del viaggio: ad esempio un biglietto aereo già prenotato.

In questi casi sarà possibile contattare direttamente la questura di riferimento e documentare la motivazione.

In alcune regioni viene comunque richiesto di prendere appuntamento online, seguendo la normale procedura, e fermare il primo giorno utile (anche se lontano), e poi scrivere agli uffici di riferimento della propria questura e comunicare la propria motivazione.

Info su passaporto 2024: elenco Questure italiane

Tutte le regole per il rilascio e la richiesta di passaporto ordinario, temporaneo e urgente, regole per i minori, eccezioni e ulteriori regole, possono essere consultate sui portali web delle relative Questure di riferimento. Di seguito l’elenco completo, in modo che ogni cittadino sappia dove trovare le info utili:

Foto copertina: istock/Alina Rosanova

A Agrigento Alessandria Ancona Aosta Arezzo Ascoli Piceno Asti Avellino B Bari Barletta Andria Trani Belluno Benevento Bergamo Biella Bologna Bolzano Brescia Brindisi C Cagliari Caltanissetta Campobasso Caserta Catania Catanzaro Chieti Como Cosenza Cremona Crotone CuneoE Enna F Fermo Ferrara Firenze Foggia Forlì Cesena Frosinone G Genova Gorizia Grosseto I Imperia Isernia L L’Aquila La Spezia Latina Lecce Lecco Livorno Lodi Lucca M Macerata Mantova Massa Carrara Matera Messina Milano Modena Monza e della Brianza
N Napoli Novara Nuoro O Oristano P Padova Palermo Parma Pavia Perugia Pesaro Urbino Pescara Piacenza Pisa Pistoia Pordenone Potenza Prato R Ragusa Ravenna Reggio Calabria Reggio Emilia Rieti Rimini Roma Rovigo N Napoli Novara Nuoro O Oristano P Padova Palermo Parma Pavia Perugia Pesaro Urbino Pescara Piacenza Pisa Pistoia Pordenone Potenza Prato  R Ragusa Ravenna Reggio Calabria Reggio Emilia Rieti Rimini Roma Rovigo S Salerno Sassari Savona Siena Siracusa Sondrio T Taranto Teramo Terni Torino Trapani Trento Treviso Trieste U Udine V Varese Venezia Verbano Cusio Ossola Vercelli Verona Vibo Valentia Vicenza Viterbo  

Link ad altri siti utili

Sito della Farnesina viaggiaresicuri.it;
Sito della Polizia di Stato: https://www.poliziadistato.it/;
Sito di prenotazione passaporto: Agenda Passaporti

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