Pur trattandosi un tema inflazionato negli ultimi anni, di cui si sente parlare con sempre maggiore frequenza, non è facile isolare una
definizione univoca di Smart city. In Italia si è tornati a parlare di smart city recentemente, a
proposito di Milano, che continua ad aggiudicarsi la palma di miglior città in questo campo. Ma cosa sono davvero le città innovative e tecnologiche? Vediamolo insieme.
Definizione e prime tracce di smart city
Una città può essere definita una “smart city” nel momento in cui
gestisce in modo intelligente (smart, appunto) attività economiche, mobilità, risorse ambientali, relazioni tra le persone, politiche abitative ed il suo stesso modello di amministrazione. In altre parole, la smart city ideale mira a diventare
energeticamente ed
economicamente sostenibile, è al passo con le innovazioni e sfrutta soluzioni tecnologiche avanzate a favore delle proprie azioni politiche, sociali ed economiche e in nome del miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini.
Il progetto Smart city ha
radici piuttosto antiche. I primi studi risalgono già agli
anni 90, quando due colossi americani dell’informatica hanno elaborato la visione di una città ideale dalla forte
connotazione tecnologica con infrastrutture intelligenti, capaci non solo di essere telecontrollate ma anche di comunicare reciprocamente.
I
primi esempi di soluzioni IoT applicati alle smart city a livello mondiale si possono rintracciare in Brasile, con Rio de Janeiro e Curitiba (con un processo di smartizzazione che affonda le radici addirittura negli anni 70) a fare da capofila.
Cosa rende una città smart?
Secondo una classificazione operata dall’Università di Vienna, sono
6 i fattori che contraddistinguono una città smart, ovvero:
- Smart economy
- Smart living
- Smart environment
- Smart mobility
- Smart people
- Smart governance
Esistono anche altri aspetti che contribuiscono a fare di una città una smart city. Una
wi-fi diffusa e accessibile in vari punti della città, ambienti di
co-working, oggetti che si scambiano informazioni tra di loro, impianti di illuminazione in grado di riprodurre la luce del giorno.
Ancora, in una città intelligente non solo è possibile praticare una
mobilità sostenibile, fatta di bike sharing, car sharing e auto ibride o elettriche, ma anche
produrre alimenti in maniera innovativa. Per tutti questi motivi la smart city è costellata di sensori che generano una grande quantità di dati, i quali potrebbero sia alimentare servizi più evoluti ed in tempo reale, sia permettere alle amministrazioni una gestione sempre più accorta ed efficiente.
È utile evidenziare come per le città intelligenti gli aspetti infrastrutturale e tecnologico non siano il fine ultimo, bensì soltanto i
mezzi per raggiungere l’obiettivo di rendere smart una città. Dal punto di vista
infrastrutturale, è importante far sì che le risorse disponibili siano connesse “in rete” per migliorare l’efficienza economica e politica e consentire lo sviluppo sociale, culturale e urbano. E qui il termine infrastruttura include in senso lato la disponibilità e la
fornitura di servizi per i cittadini e le
imprese, con ampio uso delle tecnologie di informazione e comunicazione (telefonia fissa e mobile, reti informatiche, ecc.), data l’importanza della connettività come importante fattore di sviluppo.
Dal punto di vista
tecnologico, le possibilità sono innumerevoli. Pensiamo ad esempio alle reti di sensori o altri strumenti di rilievo in grado di misurare diversi parametri per una gestione efficiente della città, con dati forniti in modalità wireless e in tempo reale ai cittadini o alle autorità competenti. È così possibile per le amministrazioni, ad esempio, automatizzare l’irrigazione dei parchi o l’illuminazione stradale, o ancora monitorare la concentrazione di inquinamento in ogni angolo della città. Ma non è finita: è possibile rilevare eventuali perdite nella rete idrica così come ricevere avvisi automatici quando i cassonetti della spazzatura sono quasi pieni, così da ottimizzare le operazioni di raccolta, e così via.
Ma come detto in precedenza, essere una città smart vuol dire invogliare il cittadino a intervenire e partecipare proattivamente al
miglioramento e alla
risoluzione dei problemi comunali. Grazie ad apposite
piattaforme (es.
hyperSIC.Portal) è possibile rilevare ed inviare in un minuto la propria segnalazione su un qualsiasi problema riscontrato per le strade cittadine, corredata da descrizione, fotografia, e localizzazione. Il tutto è accessibile direttamente sia ai responsabili dei Comuni (per ricevere le segnalazioni e dare avvio agli interventi) che ai cittadini stessi, che possono così verificare e seguire lo stato dell’arte delle loro segnalazioni.
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