19 marzo 2020

Lo smart working nelle PA ai tempi del Covid19

Lo smart working nelle PA ai tempi del Covid19

L’emergenza coronavirus impone una doverosa riflessione sull’importanza del telelavoro
 

L’epidemia di Coronavirus - Covid-19 (leggi cosa abbiamo fatto per il comune di Codogno – di cui siamo partner tecnologico - in piena emergenza), tra i vari effetti che sta avendo sulla nostra vita quotidiana, sta trasformando anche il nostro modo di lavorare: in questo momento è necessario che le aziende abilitino, quanto più possibile, i propri dipendenti al lavoro da remoto per contribuire all’interruzione della catena di contagio. Lo stesso impegno è chiesto anche alla Pubblica Amministrazione.
 

Smart Working: cosa dice la legge

La ministra per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha pubblicato, nel mese di marzo 2020, la circolare n. 1 con lo scopo di evidenziare che l’obbligo per la PA di adottare misure organizzative finalizzate a consentire il lavoro agile (il cosiddetto smart working) ai propri dipendenti è ormai a regime ed ha superato la fase sperimentale in seguito alle modifiche che il D.L. 2 marzo 2020 n. 9 “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’epidemiologica da COVID-19”ha apportato all’art. 14 Legge 7 agosto 2015 n. 124.

La crisi per il Covid19 ci ha imposto molte, e giuste, costrizioni per preservare la salute pubblica ma al tempo stesso anche l’obbligo morale di non fermarci; e così abbiamo accettato di usare metodi e strumenti di lavoro fino a qualche settimana fa utilizzato solo dal 2% dei lavoratori italiani, come lo smart working ed il cloud computing. Fino ad oggi il cosidetto lavoro agile era inviso per motivi legati alla difficoltà di controllo dell’attività, di protezione e sicurezza dei dati e delle informazioni trattate. L’emergenza ci ha fatto mettere da parte tutte queste perplessità ed ora, come qualcuno sostiene, è in atto il più grande esperimento di lavoro agile mai attuato in Italia, portando al raddoppio la percentuale in solo due settimane.
 

Cos’è lo Smart working? Una definizione

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce lo Smart Working nel seguente modo:
 
 “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
 

Differenza tra Telelavoro e Smart Working

Innanzitutto, è utile fare un distinguo tra i termini Smart Working e Telelavoro.

Analizzando le parole usate in sé, il termine Smart Working indica una modalità di lavoro flessibile, non legata ad un luogo o a orari fissi, ma al raggiungimento di un obiettivo. Un metodo di lavoro che favorisca sia la produttività (che dovrebbe aumentare in misura direttamente proporzionale all’aumento della percezione di una maggiore flessibilità lavorativa) ma anche i rapporti tra datore di lavoro e dipendente in termini di pianificazione del lavoro. Il lavoro viene insomma organizzato per favorire al contempo la produttività ma anche la vita personale di ogni singolo lavoratore.

La parola Telelavoro invece indica una modalità di lavoro a distanza, non legata all’ufficio aziendale. Flessibilità nel lavorare deve voler dire anche infatti poter lavorare da casa, da un bar, da una biblioteca o quando si è in viaggio.

Mentre la parola Telelavoro indica un metodo di lavoro da remoto, il termine Smart Working sottolinea l’elemento flessibilità. Ovvero, puoi lavorare dove vuoi, anche in ufficio, ma ci si può mettere d’accordo sugli orari.

Quindi il concetto di Telelavoro è in effetti una sottocategoria del concetto di Smart Working: non sono la stessa cosa!
 

Smart Working in Italia: l’offerta di Apkappa

La ministra Dadone, nella circolare menzionata sopra, sottolinea il fatto che occorre in questo momento dotare gli uffici delle tecnologie atte a far sì che il lavoro flessibile sia effettivamente possibile.

APKAPPA offre ai propri clienti l’opportunità di riorganizzare i propri sistemi informativi affinchè possano abilitare postazioni di lavoro agile per lo smart working con i servizi qualificati per il cloud computing, essendo APKAPPA CSP qualificato da AgID, e con i servizi Servizi SaaS per la PA, qualificati da AgiD, realizzati prevalentemente con hyperSIC10® e, nel breve, anche con SICI.

hyperSIC10® è la WebApp che serve per digitalizzare i procedimenti amministrativi della pubblica amministrazione. Permette di gestire tutte le aree funzionali dell’Ente locale: segreteria e affari generali, demografica, contabile, personale, tecnica e istanze on line.
 

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