Il decreto semplificazioni 2018 (comma 4 art. 8 D.L. 14 dicembre 2018 n. 135) ha prorogato al
30 dicembre 2019 l’adempimento a carico dei Prestatori dei Servizi di Pagamento (detti anche PSP, tipicamente le banche) secondo il quale hanno l’
obbligo di effettuare i pagamenti verso le pubbliche amministrazioni tramite la piattaforma pagoPA.
Questo comporta una serie di impegni di cui dovranno farsi carico gli Enti pubblici che, a 3 mesi dalla scadenza, ancora risultano non tutti posti in essere. Stando ad una
recente indagine condotta dall’Osservatorio e-government del Politecnico di Milano, infatti, la situazione nazionale presenta diversi
aspetti critici.
Come tutti i progetti di innovazione tecnologica, anche per questo, la parte “infrastrutturale” (adeguamenti hardware e software) è importante, eppure non esaurisce tutti gli aspetti da analizzare. Un ruolo cruciale è ricoperto dalla sfera
organizzativa, oltre a quella
culturale (agli Enti andrebbe lasciato il tempo necessario alla formazione e all’acquisizione di competenze sul corretto utilizzo della piattaforma) e
di comunicazione.
In particolare, gli Enti pubblici dovranno provvedere a:
- mappare tutti gli incassi;
- abilitare il loro pagamento tramite pagoPA;
- censirli nel Portale delle Adesioni di AgID.
Soltanto dopo aver svolto queste attività i PSP potranno accettare ordini di pagamento nei confronti della PA dal 31/12/2019. Ma cerchiamo di fare il punto della situazione analizzando i vari .
Sistema PagoPA: quali pagamenti possono essere gestiti?
Il primo passo è rilevare quali sono le
tipologie di pagamento che riscuote l’Ente e se sono gestite da un
back office appositamente dedicato. Con questa mappatura si è in grado di decidere che metodo di pagamento abilitare in seno al sistema pagoPA:
spontaneo (cioè un form on line che il debitore compila per poi procedere al pagamento on line) o tramite
avviso di pagamento (cioè un documento che l’Ente produce e destina al debitore; in questo caso il pagamento può essere effettuato on line sul sito dell’Ente opportunamente aggiornato allo scopo oppure presso uno dei canali del PSP come tabaccai, sportelli automatici, sportelli fisici, supermercati).
In primis però l’Ente deve affidarsi ad un
partner tecnologico che gli permetta di collegare/collegarsi al sistema pagoPA e segnalare questa sua scelta al gestore nazionale di pagoPA (oggi in fase di transizione da AgID alla nuova società pagoPA SpA istituita dal D.L. 14 dicembre 2018 n. 135 e s.m.i. “DL semplificazioni” e partecipata interamente dello Stato).
Sempre in questa fase, l’Ente dovrà anche stabilire la natura dei conti da utilizzare per l’incasso: secondo le indicazioni delle Linee Guida, i cittadini dovranno essere messi nelle
migliori condizioni possibili. Per questo andrebbero inclusi anche i
conti postali oltre ai vari canali di pagamento messi a disposizione dai PSP (es. carte di credito, carte di debito, operazioni bancarie finalizzate su circuito pagoPA).
PagoPA: dove è possibile effettuare il pagamento?
Un grande vantaggio offerto da PagoPA è la possibilità di effettuare il
pagamento multi-canale. Non esiste infatti una sola piattaforma abilitata, bensì una moltitudine:
PayPal,
Satispay,
circuiti Lottomatica, etc..
È però altresì vero che non tutti i canali sono autorizzati al pagamento di qualsivoglia importo. Ci sono casi in cui la somma è particolarmente elevata dove non è consentito l’utilizzo di una carta di credito (essendo questa vincolata a un limite di spesa).
Per i possessori di un conto online, una delle soluzioni più comode è sicuramente il ricorso al
circuito CBILL (che consente di pagare e prenotare bollette emesse da aziende private e pubbliche convenzionate con le banche del consorzio CBI -
Customer to Business Interaction). I cittadini possono utilizzare questi canali on line, anche tramite il proprio smartphone, oppure presso sportelli fisici dei PSP o, ancora, presso esercizi pubblici come tabaccai, bar, supermercati ecc.
Obbligo PagoPA: lo stato dell’arte
Ad oggi il
77% circa della totalità degli Enti pubblici hanno aderito a pagoPA ma solo il 17% è attiva effettivamente con almeno un servizio; tramite i 391 PSP aderenti sono stati gestiti quasi
51 milioni di transazioni per un totale di 8 miliardi di euro circa.
Spicca quindi il dato relativo al numero di
Enti attivi, ancora molto esiguo e parziale (i servizi attivati sono ancora scarsi). Ciònonostante, nell'ultimo trimestre 2019 si dovrebbe assistere ad un boom di attivazioni per garantire ai cittadini il diritto di effettuare pagamenti elettronici verso la PA a partire dal 31 dicembre.
PagoPA: quali sono effettivamente i vantaggi per l’Ente?
Il sistema pagoPA permette innanzitutto agli Enti Creditori di fruire di un sistema
semplice,
standardizzato,
centralizzato e
non oneroso per ricevere pagamenti di varia natura in modalità elettronica.
Tra i vantaggi che offre, pagoPA permette di
ridurre i costi per ricevere e gestire i pagamenti elettronici e di
automatizzare gli incassi, rendendone più facile ed efficiente la gestione.
PagoPA offre inoltre una preziosa possibilità, che viene definita tecnicamente “
riconciliazione automatica degli incassi”. In pratica, fuori da PagoPA, le verifiche vengono eseguite a mano, andando a ripercorrere lo storico di tutti i soggetti coinvolti nel pagamento, dalla banca all’ufficio postale. Con il nuovo sistema tutto è istantaneo. Anche l’incasso con PagoPA è molto più rapido: avviene il giorno dopo il pagamento. Il vero vantaggio, dunque, risiede nella possibilità di offrire una visione in tempo reale del flusso di cassa, a differenza di prima dove l’accertamento (tra richieste emesse e incassi mancati) avveniva
ex post.