Un secolo di innovazione. Viaggio nell'azienda che, partendo dall'editoria, è oggi una realtà internazionale sempre più digital.
Riportiamo di seguito l’intervista integrale rilasciata dall’AD Paolo Maggioli al Corriere della Sera Economia del 23.11.2020
Chissà cosa penserebbe nonno Giuseppe dell’ennesima acquisizione, questa volta nel campo della cybersicurezza. Vallo a spiegare a lui – che in una bottega nel centro di Santarcangelo di Romagna costruiva i banchi per le scuole del paese – l’importanza di preservare le informazioni e di avere un computer in ordine. Cosa direbbe di fronte a quelle scatole con monitor che hanno soppiantato oggi, al tempo del Covid, i banchi e anche i registri scolastici da lui rilegati a mano. Curiosa storia quella della Maggioli che, nata cento anni fa in provincia di Rimini, dalle riviste e dai volumi è diventata un’azienda internazionale sempre più digital, con 70 sedi distribuite tra Italia e Paesi esteri e oltre 2.300 dipendenti.
Aggiornare la carta
«Non ci siamo arresi al declino della carta, abbiamo investito e i risultati ci stanno dando ragione», considera Paolo Maggioli, 55 anni, nipote di quel Giuseppe e oggi terza generazione al comando di un’azienda destinata a chiudere il 2020 con 160 milioni di giro d’affari e un Ebitda del 16%. Singolare davvero, in un’epoca in cui l’epidemia del Covid-19 sta infierendo su un settore già in difficoltà, l’editoria. Che in Maggioli resiste ancora, ma si è dotato di un vestito più adatto ai tempi, lasciando spazio all’Ict, pari ora al 65% del fatturato. E lo shopping della romana Deepcyber non è che l’ulteriore salto di un aggiornamento continuo del «software Maggioli». Cinque milioni di ricavi, nata tre anni fa su iniziativa dell’ex ufficiale della Guardia di Finanza ed ex consulente Gerardo Costabile, consentirà alla società romagnola di affermarsi sul mercato della cyber security per il mercato delle medie e grandi imprese, delle utilities e della Pubblica Amministrazione. «Ne abbiamo rilevato il 90% (il 100% è stato valutato 6,9 milioni, ndr) e da qui partiremo per un percorso di sviluppo magari aggregando altre aziende di gestione dati e sicurezza – rivela Maggioli -. È il nostro modo per aumentare le competenze e coinvolgere nuovi professionisti, inoltre con Deepcyber spingeremo di più sul mondo della Pubblica Amministrazione locale, il tema della protezione dati sta diventando ancor più importante con i cloud e lo smartworking».
Il Gruppo Maggioli nell’ultimo quinquennio è cresciuto soprattutto per linee esterne, a colpi di cinque acquisizioni all’anno (nel 2016 i ricavi erano 127 milioni): dalla spagnola Galileo, specializzata nella gestione di catasto e tributi, alla romana Sinapsys, system integrator per sanità e Pubblica Amministrazione, passando per la bolognese Hibo, esperta nella digitalizzazione delle aziende. «Abbiamo sempre comprato aziende che completavano la nostra area merceologica e grafica, che hanno accompagnato una espansione organica del 3-4% l’anno – spiega l’ad -. Il flusso di cassa ci ha permesso di rilevare imprese integrate poi velocemente. E mantenerne il management ha aiutato in questo processo». Merger e acquisition hanno per altro contribuito a rendere più internazionale Maggioli – una sede in Belgio e in Grecia, dieci in Spagna e un presidio in America Latina – le cui radici restano però ben ancorate sulla via Emilia tra Rimini e Santarcangelo: lì, fuori dalla sede, sono esposte ancora le vecchie macchine per la stampa.
Le altre attività
Se infatti nonno Giuseppe assemblava banchi e rilegava registri, a dare la prima svolta all’azienda è stato il papà di Paolo, Manlio, aprendo alla modulistica per le amministrazioni municipali e inventando la divisione editoriale: il suo debutto nel 1964 con la rivista Comuni d’Italia, tuttora esistente. In seguito sono arrivati testi giuridici, libri di formazione e le poesie di Tonino Guerra, concittadino illustre con cui il legame non si è mai scisso, neanche dopo la sua morte. In centro a Santarcangelo, infatti, Maggioli possiede il ristorante la Sangiovesa (nome ispirato a un personaggio felliniano) che ambisce alla stella Michelin, e altri due locali, un’enoteca libreria e un laboratorio di pasticceria, mentre nell’entroterra cura la tenuta Saiano, dove produce 40mila bottiglie di vino, olio e tutte le materie prime per i ristoranti. «Negli ultimi due anni la parte editoriale di Maggioli ha ricominciato a crescere grazie all’informatica, abbiamo comprato siti Internet verticali in mercati di riferimento e oggi un nostro prodotto, quando esce, lo fa su due supporti, digitale e cartaceo», riflette il Ceo, che condivide la guida con le sorelle Cristina (risorse umane) e Amalia (marketing).
Salto di qualità
«Nell’area dei libri per professionisti abbiamo acquisito Commercialista Telematico e Fisco e tasse, così quando c’è una notizia che impone un volume in quell’area riusciamo a essere coperti su tutti i media». La parte Informatica e Supporto Organizzativo conta più di 5mila Comuni clienti; l’area Service & Sistemi vanta più di 4 milioni di atti rendicontati, più di 650 clienti service; l’area di «Gestione delle Entrate» ha una media di più di 153.000 atti giudiziari notificati. «Tra ulteriori acquisizioni e crescita interna nel 2021 possiamo raggiungere i 200 milioni di fatturato».
E la sua sicurezza Maggioli – anche presidente di Confindustria Romagna – la proietta pure sul futuro. «Il momento è critico, ma non possiamo permetterci di fare polemiche sterili, serve spirito di grande unione e senso civico perché se ne esce se si fa uno sforzo comune: approfittiamo delle risorse che arriveranno per far fare il salto di cui ha bisogno questo Paese».
Fonte: Corriere della Sera Economia – Articolo di Andrea Rinaldi